Disoccupazione alle stelle? Tranquilli, salirà ancora

Difficilmente quel 44.2% di giovani a spasso diminuirà in un prossimo futuro

I numeri raccontano solo una parte della storia. Quelli sulla disoccupazione, ad esempio, vengono lanciati con l'obiettivo di creare un allarme, e in parte ci riescono. Ma ciò che dovrebbe spaventare di più, e che in un certo senso per fortuna sfugge, è che difficilmente quel 44.2% di giovani a spasso diminuirà in un prossimo futuro. Anzi, è molto probabile che possa aumentare.
Le fredde cifre dell'Istat e dei minisiteri non si prendono la briga di spiegare la premessa alla crescita della disoccupazione: chi sono i cosiddetti giovani che non lavorano? Si può supporre che siano i nati tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Novanta. Sono tutti quanti diplomati, spesso laureati, e contano di fare mestieri rampanti, intellettuali, creativi, comunicativi, per poi accorgersi molto in fretta che da quelle parti lavoro per tutti non può esserci. Sono vittime di un inganno, e peggio ancora di una tara genetica, di una forma mentis che ha reso impossibile un approccio verso lavori di tipo manuale o artigianale. Un po' per limiti e pigrizia individuali, un po' per l'essersi integrati in una dimensione culturale (e familiare) che gli ha fatto credere che un pezzo di carta valesse più di una mano sporca di grasso, vagano alla disperata ricerca di un ufficio e di uno stipendio.
Si arriva così al paradosso in cui l'avvocato lavora in perdita, mentre tra i mestieri meglio retribuiti spicca quello del mungitore di mucche, che alla stragrande maggioranza del popolo pare quasi una figura da libro delle fiabe.
Ma il trentenne laureato di buona famiglia è quasi impossibile che si metta in gioco come traslocatore o pizzaiolo. Così come la dottoressa in giurisprudenza non cerca di riconvertirsi in badante. Neanche di fronte a 2.500 euro al mese. Non è colpa loro, non ce la fanno proprio. Sono stati depistati. Sono figli del loro tempo, di quella maledetta benedizione di essere nati in una società agiata.
Alla politica e ai governi, d'altro canto, conviene che tutto resti così com'è. Disoccupazione alle stelle significa un bacino enorme di elettori allo sbando, pronti a tutto pur di farsi sventolare in faccia una qualsiasi illusione.
Davide Zanardi