Dopo 50 anni, l'assassinio di Sergio Ramelli, lo studente che criticò le Brigate Rosse, fa ancora paura a certi "sinistri" nostalgici degli di anni di piombo
Il francobollo commemorativo alla sua memoria e la posa di una targa, scatenano le proteste dei collettivi studenteschi di sinistra. Oggi come ieri il Corpo docente dell'Istituto Molinari non ha mosso un dito...anzi

La presentazione del francobollo dedicato a Sergio Ramelli (MIANEWS) Nella foto: Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, Giuseppe Valditara ministro dell'Istruzione, Paola Frassinetti, sottosegretaria all'Istruzione e al Merito, e Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza.
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Milano ricorda lo studente del Fronte della Gioventù
(Mianews) Milano, 13 marzo - A cinquant'anni dall'aggressione in via Paladini che costò la vita a Sergio Ramelli, lo studente diciottenne dell'Istituto Molinari e militante del Fronte della Gioventù, è stato presentato il francobollo commemorativo in suo onore. L'incontro si è svolto nella Sala delle Otto Colonne di Palazzo Reale, alla presenza della sorella di Ramelli, Simona, e di numerose autorità istituzionali, tra cui Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, Paola Frassinetti, sottosegretaria all'Istruzione e al Merito, e Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza.
La storia di Sergio Ramelli
Sergio Ramelli, nato il 6 luglio 1956 a Milano, era uno studente dell'Istituto Tecnico Industriale Statale "Ettore Molinari", dove frequentava il corso di chimica industriale. Nel 1974, durante un compito in classe, espresse una forte condanna nei confronti delle Brigate Rosse, criticando l'assenza di reazioni istituzionali all'uccisione di due militanti del MSI, Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, avvenuta durante l'assalto alla sede del partito a Padova. Questo tema, intercettato da alcuni compagni, fu affisso in bacheca e additato come esempio di fascismo, esponendo Ramelli a minacce e intimidazioni.
Il 13 marzo 1975, mentre rientrava a casa, Sergio fu vittima di un agguato da parte di militanti legati ad Avanguardia Operaia. Armati di chiavi inglesi modello Hazet 36, lo colpirono ripetutamente al capo, causandogli gravi lesioni cerebrali. Dopo 47 giorni di agonia, il 29 aprile 1975, Ramelli morì a causa delle ferite riportate.
Le indagini e il processo
Le indagini iniziali sull'omicidio di Ramelli, non portarono a risultati concreti. Solo nel 1985, grazie alle confessioni di alcuni pentiti legati a Prima Linea, furono identificati i responsabili dell'aggressione. Il processo, iniziato nel 1987 e conclusosi nel 1990, vide la condanna per omicidio volontario di otto militanti di Avanguardia Operaia: Marco Costa, Giuseppe Ferrari Bravo, Claudio Colosio, Antonio Belpiede, Brunella Colombelli, Franco Castelli, Claudio Scazza e Luigi Montinari.
Un simbolo di memoria e riconciliazione
Durante la cerimonia, il ministro Urso ha sottolineato l'importanza della memoria per evitare il ripetersi di episodi di violenza politica: «Il francobollo per Sergio Ramelli è un tassello di un mosaico più ampio, necessario per la riappacificazione nazionale. Oggi, con i conflitti che si accendono ai confini dell'Europa, dobbiamo operare ogni giorno per scongiurare il ritorno dell'odio e garantire che nessuno venga più cancellato per le sue idee». Urso ha ricordato come Ramelli perse la vita dopo oltre un mese di agonia a seguito dell'aggressione subita per aver espresso il suo pensiero in un compito in classe: «Se la sua vita non fosse stata spezzata, oggi sarebbe uno di noi, avrebbe realizzato i suoi sogni».
L'iniziativa del francobollo rientra nel piano filatelico nazionale, che già lo scorso anno ha commemorato altre vittime degli Anni di Piombo. Il ministro ha ribadito che il ricordo di Ramelli «deve essere presente nella memoria collettiva, per evitare che il clima di quegli anni si riproponga».
Contestazioni studentesche all'Istituto Molinari
Mentre a Palazzo Reale si celebrava la memoria di Ramelli, all'Istituto Molinari di via Crescenzago, dove il giovane aveva studiato, gruppi di studenti hanno vergognosamente protestato contro la cerimonia di intitolazione di una nuova targa commemorativa alla sua memoria. Alcuni manifestanti, hanno esposto cartelli e striscioni denunciando la «strumentalizzazione della scuola da parte della destra», evidenziando che una targa in onore di Ramelli esiste già.
L'assessore Romano La Russa ha condannato duramente le contestazioni: «Queste proteste sono inaccettabili. Oggi non si ricorda solo Sergio, ma tutti quei giovani, di destra e di sinistra, che negli Anni di Piombo sono caduti per le loro idee. Onorare chi ha sacrificato la propria vita per un ideale è un dovere, indipendentemente dalla parte politica di appartenenza».
La Russa ha espresso il desiderio che simili episodi non si ripetano in futuro: «Nel 2025 non possiamo ancora ascoltare slogan come ‘Uccidere un fascista non è un reato’. Dobbiamo superare queste contraddizioni e rivalità politiche per costruire una memoria condivisa».
La scuola come luogo di educazione alla memoria
Anche il ministro Urso ha commentato le contestazioni, sottolineando il ruolo fondamentale della scuola: «Mi sarei aspettato che gli insegnanti dell'Istituto Molinari avessero promosso un momento di riflessione sulla figura di Ramelli, perché la scuola deve essere il primo luogo dove si combattono l'odio e la discriminazione. Ramelli è stato ucciso perché gli si voleva impedire di esprimere il suo pensiero: ricordarlo significa educare alla libertà di opinione».
Con il francobollo commemorativo e la nuova targa, Milano riafferma il proprio impegno nel custodire la memoria di una delle pagine più buie della sua storia, con l'auspicio che le divisioni del passato possano lasciare spazio a una riflessione condivisa sul valore della democrazia e del rispetto delle idee altrui.
Giulio Carnevale