Affissioni cittadine sul 150° che cercano lo scontro e non la dialettica costruttiva

A una settimana ai festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia perfino le acque della politica peschierese continuano ad essere molto agitate. Anche da noi non mancano le polemiche pfacolitiche sul tricolore tanto che ieri leggendo l’articolo in proposito apparso sulla stampa locale, a cura del PD cittadino mi sento di  dare una pacata risposta senza cadere nelle provocazioni a cui certi personaggi sono avvezzi. Sì perché siamo alla farsa caro PD, perché abbiamo perso un’opportunità, quella di utilizzare questa ricorrenza per unire veramente il Paese, anche abolendo la storia a senso unico. Perché ad esempio alla serata che avete organizzato per il 12 marzo non si è pensato anche alla presenza di un relatore che si rifacesse all’anima federalista del Risorgimento, quella di Rosmini o di Carlo Cattaneo? Proprio così e.. ci dispiace. Davvero. È storia di questi giorni. Se è la Lega a contestare i festeggiamenti per i 150 anni della fondazione del Regno d’Italia le critiche non si contano. Se invece è Massimo Cac­ciari, luminare docente di sinistra che tiene spesso le sue cattedratiche lezioni in lingua veneta, a dirci che l'Italia non è mai stata unita, allora tutto tace. Ecco quindi che io, segretario cittadino del Carroccio, dopo tutti i vostri manifesti affissi solo per creare confusione, odio, rissa locale, a una settimana dal 17 marzo, voglio offrire una let­tura inedita dello scenario politico. L'ex sindaco di Venezia, che di car­nevali se ne intende toglie la maschera ai festeggiamenti unitari per svelare la povertà d'idee della classe politica romano-centrica, che è anche la vostra, dove paradossalmente, ma non trop­po, un post fascista come Fini cavalca le posizioni di Bersani e flirta con la catto-comunista Rosy Bindi.

Vedi caro PD locale, il professor Massimo Cacciari mette in luce un dato molto importante: in buona parte della politica italiana, ma io dico anche nostrana, c'è un vuoto progettuale e una incapacità  di lettura degli eventi disarmante; le polemiche sull'unità d’Italia, come anche l’eccessiva enfasi posta su scandali e scaldaletti, sono un paravento dietro il quale rifugiarsi perché non si ha molto da dire nonostante le grandi sfide che il mondo contemporaneo po­ne. Il 17 marzo, caro PD locale, non sarà un refe­rendum contro la Lega, ma se anche lo fosse non verrebbero meno quei nodi che bisognerà affrontare, primo fra tut­ti la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, la sburocraticizzazione, il superamento di uno stato centralizzato e di quella cultura codino-burocratica che lo ha ispirato. Caro PD locale, è proprio il prof. Massimo Cacciari a dire che l'Italia non è mai stata unita. Lui è convinto di ciò e, ne sono certo, sarebbe d’accordo se questa sua affermazione venisse letta assieme a questa mia ultima, umile riflessione sulla Co­stituzione italiana, che è e resta il vero cemento del­la solidarietà nazionale.

Domenico Facchi

Segretario cittadino Lega Nord