Melegnano, i membri della Commissione antimafia chiariscono le accuse di Rosy Bindi: «infondate»
Sala gremita con Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale al gran completo per discutere le dichiarazioni del Presidente della Commissione parlamentare Antimafia
Melegnano 27 febbrai 2017 – Nessun condizionamento dell’amministrazione, nessuna infiltrazione mafiosa al mercato, nessun elemento in mano alle Forze dell’Ordine. Cadono definitivamente i sospetti sopravvenuti in seguito alle dichiarazioni di Rosy Bindi.
Sala gremita con Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale al gran completo per discutere le dichiarazioni del Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi. Ospiti e relatori, il senatore Franco Mirabelli (Pd), il deputato Marcello Taglialatela (Fdi-An) membri della Commissione Antimafia, l’onorevole Luca Squeri (Forza Italia), l’onorevole Marco Rondini (Lega Nord), il presidente della Commissione antimafia di Milano David Gentili e il responsabile della Confcommercio di Milano Lodi e Monza Brianza Marco Barbieri.
«Non abbiamo mai fatto – dichiara Franco Mirabelli - addebiti di infiltrazione mafiose all'Amministrazione di Melegnano. Ci sono reati spia che ci segnalano la possibile presenza di criminalità organizzata. Esistono numerosi banchi illegali al mercato e abbiamo il timore che ci sia un’associazione criminale che li collochi. In più l’abusivismo ha prevaricato i commercianti regolari. Sono stati segnalati diversi cambi di proprietà di locali e ristoranti poco trasparenti e repentini che – conclude il deputato del PD - fanno pensare al passaggio di attività nelle mani della criminalità organizzata».
L’onorevole Marcello Taglialatela ha illustrato come si è arrivati a parlare di Melegnano: «Nelle sedute della Commissione antimafia non si è mai parlato di Melegnano. All’udizione del 19 gennaio a Milano, il Presidente ha chiesto alle forze dell’ordine, al Viceprefetto e al Procuratore generale se avessero notizia che nel mercato di Melegnano ci siano dei banchi illegali, controllati dalla mafia cinese. La risposta è stata negativa. C’è stata una grossissima leggerezza del Presidente Rosy Bindi, buttare il mostro in prima pagina non è rispettoso ne per gli amministratori di questo comune tantomeno per la credibilità stessa della Commissione Antimafia. Non c’è nessuna notizia che ci sia collusione mafiosa con la malavita organizzata a Melegnano».
Anche il segretario della Confcommercio Marco Barbieri ha stigmatizzato le segnalazioni fatte da Mirabelli: «Melegnano soffre il commercio abusivo ne più ne meno come gli altri comuni della Provincia. Abusivismo e contraffazione sono temi a noi cari che affrontiamo in tutte le realtà comunali».
Il Sindaco di Melegnano Vito Bellomo ha preso la parola e ha polemizzato con le dichiarazioni di Franco Mirabelli: «Innanzitutto avreste dovuto chiamarci in audizione che vi avremmo spiegato che non c’è nessun banco illegittimo al mercato, ma un grosso problema di venditori abusivi che vendono merce contraffatta. Un problema che esiste in tutta la Lombardia. Fenomeno che abbiamo provveduto su suggerimento della Prefettura a reprimere stipulando un protocollo di intesa con il Comune di Milano. Collaboriamo con l’ Arma e con la Guardia di Finanza su diversi fronti. In seguito allo scandalo di Mafia Capitale, abbiamo immediatamente risolto l’appalto di alcuni servizi con una azienda coinvolta. Ci spiegate che esistono problemi per il passaggio “repentino” di alcune quote societarie di alcuni ristoranti. Ai nostri uffici non risulta nessun illecito, ma vi invitiamo a comunicarci le vostre preoccupazioni, dandoci elementi su cui lavorare che senz’altro metteremo al lavoro gli uffici. Ma – conclude Bellomo - sparare nel mucchio in nome dell’Antimafia, per mettere in cattiva luce, intere categorie, l’Amministrazione comunale e la nostra città è inammissibile».
Secondo Luca Squeri, ultimamente sono stati gli stessi deputati del Pd a mettere in dubbio l’utilità di una Commissione Antimafia occupata di più a fare dichiarazioni che hanno il sapore di attacchi politici invece che investigare e entrare nel merito delle questioni con la dovuta attenzione. Marco Rondini, melegnanese doc, non ha dubbi, questo è stato un attacco per delegittimare gli avversari politici senza nessun fondamento.
Giulio Carnevale
Sala gremita con Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale al gran completo per discutere le dichiarazioni del Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi. Ospiti e relatori, il senatore Franco Mirabelli (Pd), il deputato Marcello Taglialatela (Fdi-An) membri della Commissione Antimafia, l’onorevole Luca Squeri (Forza Italia), l’onorevole Marco Rondini (Lega Nord), il presidente della Commissione antimafia di Milano David Gentili e il responsabile della Confcommercio di Milano Lodi e Monza Brianza Marco Barbieri.
«Non abbiamo mai fatto – dichiara Franco Mirabelli - addebiti di infiltrazione mafiose all'Amministrazione di Melegnano. Ci sono reati spia che ci segnalano la possibile presenza di criminalità organizzata. Esistono numerosi banchi illegali al mercato e abbiamo il timore che ci sia un’associazione criminale che li collochi. In più l’abusivismo ha prevaricato i commercianti regolari. Sono stati segnalati diversi cambi di proprietà di locali e ristoranti poco trasparenti e repentini che – conclude il deputato del PD - fanno pensare al passaggio di attività nelle mani della criminalità organizzata».
L’onorevole Marcello Taglialatela ha illustrato come si è arrivati a parlare di Melegnano: «Nelle sedute della Commissione antimafia non si è mai parlato di Melegnano. All’udizione del 19 gennaio a Milano, il Presidente ha chiesto alle forze dell’ordine, al Viceprefetto e al Procuratore generale se avessero notizia che nel mercato di Melegnano ci siano dei banchi illegali, controllati dalla mafia cinese. La risposta è stata negativa. C’è stata una grossissima leggerezza del Presidente Rosy Bindi, buttare il mostro in prima pagina non è rispettoso ne per gli amministratori di questo comune tantomeno per la credibilità stessa della Commissione Antimafia. Non c’è nessuna notizia che ci sia collusione mafiosa con la malavita organizzata a Melegnano».
Anche il segretario della Confcommercio Marco Barbieri ha stigmatizzato le segnalazioni fatte da Mirabelli: «Melegnano soffre il commercio abusivo ne più ne meno come gli altri comuni della Provincia. Abusivismo e contraffazione sono temi a noi cari che affrontiamo in tutte le realtà comunali».
Il Sindaco di Melegnano Vito Bellomo ha preso la parola e ha polemizzato con le dichiarazioni di Franco Mirabelli: «Innanzitutto avreste dovuto chiamarci in audizione che vi avremmo spiegato che non c’è nessun banco illegittimo al mercato, ma un grosso problema di venditori abusivi che vendono merce contraffatta. Un problema che esiste in tutta la Lombardia. Fenomeno che abbiamo provveduto su suggerimento della Prefettura a reprimere stipulando un protocollo di intesa con il Comune di Milano. Collaboriamo con l’ Arma e con la Guardia di Finanza su diversi fronti. In seguito allo scandalo di Mafia Capitale, abbiamo immediatamente risolto l’appalto di alcuni servizi con una azienda coinvolta. Ci spiegate che esistono problemi per il passaggio “repentino” di alcune quote societarie di alcuni ristoranti. Ai nostri uffici non risulta nessun illecito, ma vi invitiamo a comunicarci le vostre preoccupazioni, dandoci elementi su cui lavorare che senz’altro metteremo al lavoro gli uffici. Ma – conclude Bellomo - sparare nel mucchio in nome dell’Antimafia, per mettere in cattiva luce, intere categorie, l’Amministrazione comunale e la nostra città è inammissibile».
Secondo Luca Squeri, ultimamente sono stati gli stessi deputati del Pd a mettere in dubbio l’utilità di una Commissione Antimafia occupata di più a fare dichiarazioni che hanno il sapore di attacchi politici invece che investigare e entrare nel merito delle questioni con la dovuta attenzione. Marco Rondini, melegnanese doc, non ha dubbi, questo è stato un attacco per delegittimare gli avversari politici senza nessun fondamento.
Giulio Carnevale