Melegnano: tanta carne al fuoco per l’ultimo Consiglio comunale prima della pausa estiva

Respinte le mozioni che chiedevano le dimissioni dell’assessore al Bilancio Marco Pietrabissa e del consigliere Mea Alessandro Meazza; approvato invece il differimento dei versamenti prima rata Tari 2019 per le utenze non domestiche

Consiglio comunale Melegnano

Consiglio comunale Melegnano clima torrido, non solo per le elevate temperature estive, durante l'ultimo consiglio comunale prima della pausa estiva

Consiglio comunale torrido, e non solo per la temperatura, quello che si è tenuto nella serata di mercoledì 24 luglio 2019 a Melegnano e che ha visto Giunta, maggioranza e opposizioni battagliare su tre temi caldi: la mozione di sfiducia all'assessore al Bilancio Marco Pietrabissa – poi dimessosi al termine del medesimo Consiglio comunale –, il differimento dei versamenti della prima rata Tari 2019 per le utenze non domestiche e la mozione che chiedeva la revoca del consigliere Alessandro Meazza dal CdA di Mea Spa. La mozione di sfiducia a Pietrabissa è stata respinta con voto unanime della maggioranza dopo un acceso dibattito in merito all'azione svolta dall'assessore: «Non si tratta di una mozione capziosa – ha affermato Pietro Mezzi, capogruppo di “Sinistra per Melegnano-Melegnano Progressista”  – ma ben motivata su più punti; fra i quali l’assenza dell’assessore all'approvazione del bilancio di previsione 2019, che ritengo grave e inaccettabile», cui ha fatto eco Lucia Rossi, capogruppo di “Insieme per Melegnano”: «Credo non si sia valutata correttamente l’importanza del bilancio di previsione quale strumento di programmazione, infatti sono state molte le variazioni apportate allo stesso da questa amministrazione». Giuseppe Di Bono, capogruppo di “Melegnano Domani”, ha invece sottolineato le pecche dell’assessore in materia di gestione dei tributi: «Ci sono certo state delle mancanze da parte della precedente amministrazione, ma è mancata una visione lungimirante; si è agito nell'emergenza senza comprendere gli esiti delle azioni che si andavano a intraprendere. Posso riconoscere all'assessore tutta la buona volontà, ma che la questione Tari sia stata gestita bene assolutamente no». Non è comunque mancato il sostegno all'assessore Pietrabissa a partire da Alberto Spoldi, capogruppo di “Rinascimento Melegnanese”, che ha sintetizzato un po’ le posizioni dei colleghi di maggioranza: «Credo che l’assenza dell’assessore alle riunioni di Giunta non si possa comunque riscontrare nei lavori e nei bilanci; il suo lavoro è stato fatto con costanza e nei dovuti modi». Inusuale, stando a quanto previsto dal Regolamento, l’elogio all'assessore fatto da Davide Possenti nel suo ruolo di presidente del Consiglio comunale; cosa che però non è stata ripresa nemmeno dal Segretario comunale.
Altro punto molto controverso, l’atto gestionale adottato dal sindaco Rodolfo Bertoli il quale, con Pec datata 12 giugno 2019, ha chiesto alla società Andreani Tributi Srl il differimento dei versamenti per la prima rata della Tari 2019 per le utenze non domestiche. Come si legge nel testo: «Il sindaco dispone l’autorizzazione alla bollettazione Tari relativamente alle sole utenze domestiche. Per quanto riguarda la bollettazione Tari, utenze non domestiche, la questione è al vaglio dell’amministrazione comunale e pertanto fino a definizione della stessa non siete autorizzati all'emissione della relativa bollettazione». Bertoli ha spiegato la sua azione, riassumendo i nove mesi di lavori sulla questione “bollente” della tariffazione e prendendo atto di un documento dell’Agenzia delle entrate presentato dal capogruppo Di Bono, affermando che: «agli inizi di settembre il Consiglio comunale deciderà quale sarà l’interpretazione da adottare sulla Tari. Abbiamo affidato a un team di avvocati tributaristi e amministrativisti dell’università “Bicocca” i lavori sull'interpretazione in modo da capire come agire».  Sulla questione Dario Ninfo (Pd) ha sottolineato come «a settembre debbano essere chiari tutti gli aspetti della questione, anche sugli effetti delle diverse interpretazioni su bilancio comunale e su persone e attività commerciali coinvolte, per poter prendere una decisione più consapevole». Compatte anche in questo caso le minoranze, che hanno evidenziato come «la questione dei tributi venga sempre affrontata dal sindaco piuttosto che dall'assessore al Bilancio che ha la delega in materia» (Mezzi), che «l’atto del sindaco sia irregolare e abbia di fatto scavalcato il Consiglio comunale, con una decisione arbitraria» (Bellomo) e hanno chiesto l’intervento del segretario per dirimere la questione. Il Segretario comunale ha di fatto riconosciuto come: «L’atto adottato dal sindaco non si inserisce nelle categorie tipiche, ma se non fosse stato adottato nelle 24 ore successive la Andreani avrebbe emesso le cartelle esattoriali con conseguenze devastanti sulle attività commerciali. È certo una procedura anomala ma non mi sono sentita di non appoggiarla perché si è trattato di un provvedimento indispensabile per la situazione che si è venuta a creare nel tempo. Ovvio che poi andrà bonificata con una delibera del Consiglio comunale perché non si tratta di un atto pubblico ma di uno gestionale fatto dal sindaco in qualità di legale rappresentante dell’ente». Tranchant il commento di Di Bono: «Per fare una sintesi “il fine giustifica i mezzi per metterci una pezza”; si è trattato dell’ennesima procedura irrituale per placare le ire, più che giustificate, di una categoria ma si sono di fatto create in questo modo due categorie di contribuenti», mentre Rossi ha sottolineato – leggendo parte della risposta del Segretario comunale alla sua interpellanza su quanto fatto dall'amministrazione comunale tra il 12 e il 30 giugno 2019 per risolvere la questione Tari – che «dal 12 giugno 2019 c’è stata una fitta comunicazione con Andreani, nella quale sono state fatte diverse ipotesi. L’atto definitivo e formale è stata la disposizione adottata dal sindaco con Pec del 12 giugno 2019. Perciò – ha aggiunto Rossi dopo la lettura – fino al 30 giugno 2019 c’era tutto il tempo per convocare un Consiglio comunale urgente e adottare un provvedimento legittimo»; aspetto quest’ultimo ripreso anche da Bellomo che ha chiosato «di questa cosa parleremo al Prefetto». Alla votazione su questo punto le minoranze hanno deciso di non partecipare ma lo stesso è stato approvato con i voti favorevoli di tutta la maggioranza. Sulla mozione per la revoca di Meazza da consigliere del CdA Mea, Mezzi ha riassunto la motivazione che ha portato le minoranze a presentarla: «Dopo quanto espresso dal sindaco sulla sopravvenuta mancanza di fiducia nel consigliere chiediamo di procedere con effetto immediato alla sua revoca». Sul punto Bertoli ha tenuto a precisare che «l’attuale condizione in cui si trova Meazza non è compatibile con un incarico in Mea. Ho parlato con Meazza e a settembre vedremo cosa deciderà di fare. Io ritengo che due ruoli così importanti non possano essere ricoperti dalla stessa persona, perciò gli ho scritto facendo appello alla sua sensibilità istituzionale e gli ho chiesto di dimettersi. Attendo una risposta». Di Bono è intervenuto chiedendo quindi la data di questa lettera e quali provvedimenti intenderà prendere il sindaco in caso di mancate dimissioni di Meazza. In merito alla data il sindaco ha risposto con un «Recentemente» senza dare ulteriori spiegazioni. Incalzato dagli altri capigruppo, che hanno messo in dubbio l’esistenza di questa lettera, Bertoli ha quindi spiegato che «si tratta di una lettera non ufficiale al momento, ma che va anche nel senso del rispetto di un’altra figura istituzionale che è quella di Meazza nel ruolo di consigliere a Paullo». Sulla questione le minoranze hanno concordato sulla necessità di fare chiarezza chiedendo ufficialmente l’accesso agli atti. La mozione è stata respinta con i voti della maggioranza, col solo caso dell’astensione di Dario Ninfo.
Elisa Barchetta
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Consiglio comunale Melegnano le minoranze decidono di non votare il differimento della prima rata Tari 2019 per le utenze non domestiche