Coronavirus Lombardia, i dati di mercoledì 2 dicembre 2020: aumentano di 3.425 unità i positivi, a fronte 36.077 tamponi

Fontana, nel confronto Regione – Governo, per il prossimo DPCM: «Prevedere interventi che consentano di mantenere in vita le attività economiche e che garantiscano la sanità pubblica»

Dopo 36.077 tamponi, i nuovi positivi di oggi sono 3.425, mentre i guariti sono aumentati di 5.487 unità. 

I dati di oggi:
-Tamponi effettuati oggi: 36.077
-Nuovi casi: 3.425 (di cui 342 debolmente positivi)
-Guariti totali: 274.189 (aumentati di 5.487 unità da ieri)
-In terapia intensiva: 855 (diminuiti di 21 unità da ieri)
-Non in terapia intensiva: 7.222 (diminuiti di 120 unità da ieri)
-Decessi: 22.279 (aumentati di 175 unità da ieri)
I nuovi casi per provincia: 
-Milano: 1.109 (di cui 438 a Milano città)
-Bergamo: 130
-Brescia: 303
-Como: 316
-Cremona: 126
-Lecco: 53
-Lodi: 55
-Mantova: 265
-Monza e Brianza: 244
-Pavia: 187
-Sondrio: 192
-Varese: 362

(Fonti: Lombardia Notizie Online)

Fontana: «Volontà di mantenere una serie di misure abbastanza rigorose»

Il presidente Attilio Fontana, dopo il confronto tra Regione e Governo, parla così del prossimo DPCM: «Nella giornata di martedì 1 dicembre abbiamo avuto, come Regioni, un incontro con il Governo, durante il quale l’Esecutivo ha dichiarato la volontà, nel prossimo DPCM, di mantenere, per il prossimo mese, una serie di misure abbastanza rigorose. Come, ad esempio, il divieto di trasferimento tra le Regioni, particolari attenzioni per le feste a Natale e Capodanno, e limitazioni, o addirittura divieti, riguardanti gli impianti sciistici. Quest’ultimo è un tema da considerare nell’ambito di un’intesa di carattere europeo». Poi ha aggiunto: «Da parte mia ho avanzato la proposta di svolgere, prevedendoli nel prossimo DPCM, una serie di interventi di più ampio respiro. Ovvero, non essere noi a inseguire il virus, ma fare in modo che la nostra programmazione preceda lo sviluppo del virus stesso. Una serie di interventi, cioè, che consentano di mantenere in vita le attività economiche e che garantiscano la sanità pubblica».