I treni della demagogia

Andria, nello scontro frontale dei due treni in Puglia la responsabilità non risiede nella scarsa dotazione tecnologica

L'opinione di Giancarlo Trigari

Quando i piemontesi pascolavano le capre, nel Regno di Napoli si viaggiava in treno. Il sud del nostro paese, in particolare la Puglia, ha una lunga tradizione di trasporti con il treno, favorita in particolare dalla conformazione del terreno, priva di grandi dislivelli e con pochi corsi d'acqua.
Questa più antica presenza capillare dei treni ha fatto sì che la gran parte delle linee sia rimasta per lungo tempo a binario unico. A questa si è aggiunta la sperequazione di investimenti cronica tra nord e sud, che continua a mantenere le differenze tra una parte dell'Italia che viaggia ad alta velocità ed un'altra che deve accontentarsi del binario unico.
L'incidente ferroviario in Puglia deve essere l'occasione per rimarcare queste disparità.
È anche l'occasione per chiedersi se i lavori di ammodernamento già programmati, con i finanziamenti della Comunità Europea, non dimentichiamolo, non potevano essere già conclusi, e quindi risparmiarci questo grave lutto.
Tutte considerazioni giuste, ma non sono il nocciolo della questione.
Su quella tratta da sempre si viaggia a binario unico e ha sempre funzionato egregiamente. Lo dimostra l'assenza di disastri in Puglia negli ultimi anni.
Il controllo del traffico tramite lo scambio di messaggi vocali è il sistema che governa il trasporto aereo, anche in presenza di tecnologia di alto livello.
Senza andare troppo lontano nel tempo, il 9 febbraio di quest'anno, nella ricca Baviera della super-tecnologica Germania, due treni si sono scontrati frontalmente su di una linea a binario unico, ad una sessantina di chilometri a sud-est di Monaco.
Se ci sono stati meno morti, è dovuto come sempre a circostanze particolari, per esempio in Germania erano le 6,40 di mattina, ma anche in quel caso le velocità erano elevate e la presenza di una curva non ha lasciato il tempo per una qualsiasi manovra di rallentamento.
Allora il Ministro tedesco dei Trasporti aveva sottolineato che sulla tratta in cui era avvenuto l'incidente era in funzione, così come in tutta la Germania, “un sistema automatico che garantisce una sicurezza veramente elevata”, frutto di copiosi investimenti per rendere sicure le linee ferroviarie dopo un'altra tragedia, avvenuta il 29 gennaio 2011 in Sassonia, quando si scontrarono un treno passeggeri e un convoglio merci, con morti e feriti.
La riflessione che ne consegue è che la tecnologia aiuta, ma rimane sempre la responsabilità umana.
I disastri accadono quando le persone a cui è affidata la gestione della tecnologia non fanno il loro lavoro come dovrebbero, qualunque sia il livello della tecnologia di cui dispongono, sia essa un telefono o un sistema automatico di blocco.
Del resto il Comandante Schettino con miliardi di tecnologia è riuscito a fare una strage ben peggiore.
Quelli che oggi chiamano in causa l'arretratezza della rete ferroviaria italiana fanno solo della miserabile demagogia sulla morte di malcapitati, vittime di qualcuno che in Puglia non ha fatto fino in fondo il proprio dovere.