Corteo Pro-Palestina a Milano, insulti a Cenati (ANPI) che si dimette: «Bisognava scrivere “fermare il massacro”, genocidio è improprio»

De Corato: «Il sindaco Sala, da ottobre a oggi, non ha mai condannato né gli insulti né i diversi gesti vigliacchi dei manifestanti nei confronti di Governo e Israele. L’estrema sinistra ha contagiato anche il Pd milanese»

Giuseppe Sala sindaco di Milano

Giuseppe Sala sindaco di Milano Photo Credit: Ufficio Stampa Comune di Milano

Milano, 2 Marzo 2024. La manifestazione pro-Palestina 'Cenati Vergogna' tenutasi a Milano ha visto l'escalation degli animi, con insulti e offese diretti al Presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI), Roberto Cenati, il quale ha rassegnato le dimissioni in dissenso con la sua associazione.

«Sono sbagliati gli slogan», diceva già qualche giorno fa Roberto Cenati. Quell’insistere sul concetto di genocidio, per esempio. «E anche gridare in piazza che si vuole una patria palestinese “dal fiume al mare” equivale a dire che Israele deve sparire dalle carte geografiche».E infine la goccia che fa traboccare il vaso. L’Anpi nazionale che promuove il corteo di sabato prossimo a Roma, proprio con quella parola d’ordine: «Impedire il genocidio». «Bisognava scrivere “fermare il massacro”, genocidio è improprio. Lascio per una questione di coerenza»ell’insistere sul concetto di genocidio, per esempio.

Nel corso di una riunione dei circoli della città, è stato annunciato l'addio alla presidenza dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) Milano, dopo quasi tredici anni di guida. Una decisione che segna la fine di un lungo capitolo di impegno e dedizione alla causa dell'antifascismo e della memoria storica. Le motivazioni di questa separazione dall'incarico non sono state esplicitate nel comunicato ufficiale, ma durante la riunione è emerso che poche sezioni milanesi avevano aderito alla manifestazione dello scorso sabato. Questo ha evidenziato una discrepanza di opinioni tra la base locale e le istanze centrali dell'Anpi, rappresentate a Roma. «Siamo ormai su binari diversi», ha commentato il dimissionario, sottolineando la divergenza di prospettive tra i vertici nazionali e la realtà territoriale. Gianfranco Pagliarulo, il presidente nazionale dell'Anpi, noto per le sue posizioni più radicali, non ha contattato personalmente il dimissionario per discutere della situazione. «Non ci siamo sentiti», ha dichiarato il dimissionario, sottolineando una mancanza di dialogo diretto tra le due figure di spicco dell'associazione. Pagliarulo ha poi commentato la querelle emersa solo superficialmente come una questione semantica. In merito all'uso del termine "genocidio", ha spiegato che si è seguita una linea di buon senso, considerando l'utilizzo di tale parola da parte del Tribunale Penale Internazionale. Tuttavia, ha lasciato trasparire una certa critica verso la gestione locale dell'Anpi, affermando: «Mi pare invece che Cenati sia in difficoltà con le sue sezioni».

L'On. Riccardo De Corato, esponente di Fratelli d'Italia e ex vice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanesi, ha espresso il suo dissenso riguardo agli insulti a Cenati, sottolineando l'assenza di condanne e solidarietà da parte della sinistra, ad eccezione di pochi come Fiano e Majorino. De Corato ha inoltre denunciato il silenzio del sindaco Sala, sottolineando la mancanza di condanne per gli insulti e i gesti vigliacchi nei confronti del Governo e di Israele durante le precedenti manifestazioni pro-Palestina.

Il politico di Fratelli d'Italia ha sollevato dubbi sulla neutralità del Partito Democratico milanese, suggerendo che l'estrema sinistra abbia influenzato la posizione del partito. Le tensioni emerse durante il corteo mettono in evidenza una divisione profonda sulla questione palestinese, con diverse interpretazioni delle azioni e dei termini utilizzati.

Il caso Cenati potrebbe avere ripercussioni sul dibattito pubblico e sulla dinamica politica locale, evidenziando la complessità delle posizioni riguardo a questioni geopolitiche delicate come il conflitto israelo-palestinese.