Inaugurazione Monumento ai Martiri delle Foibe, Tarticchio: «Questa terra milanese, da oggi sarà Istria, Fiume e Dalmazia» |Video e Gallery|

Beppe Sala: «Con questa opera Milano vuole commemorare il sacrificio degli italiani dell’Adriatico orientale, per non dimenticare un orrore, a lungo negato, che pesa ancora sulle coscienze di tutti»

Piero Tarticchio durante il discorso di inaugurazione del monumento da lui disegnato (2020)

Piero Tarticchio durante il discorso di inaugurazione del monumento da lui disegnato (2020)

Milano, 10 ottobre 2020.
“A perenne memoria dei martiri delle Foibe, degli scomparsi senza ritorno e dei 350.000 esuli dalla Venezia Giulia, dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia”, sono le parole incise  alla base del monumento inizialmente nascosto alla vista da una grande bandiera col simbolo di Milano in Piazza della Repubblica. All'inzio della cerimonia, la stele è stata scoperta da Romano Cramer Presidente del Comitato pro monumento, da Piero Tarticchio l’autore del disegno, e dal sindaco di Milano Beppe Sala. La stele rappresenta un corpo con le braccia aperte in croce, adagiato nell’imbuto di una foiba che guarda al cielo. Sotto, i nomi delle città e dei territori martiri, Gorizia, Trieste, Fiume, Istria, Dalmazia. Ad assistere alla cerimonia circa 500 persone in rispettosa osservanza  delle norme anti Covid. Sono passati 77 anni dall’avvio del genocidio pianificato dalla milizia di Tito,  oggi è un giorno speciale per Milano, lo ricorda anche il sindaco meneghino:
«Questa è una giornata importante – esordisce così Beppe Sala primo cittadino del capoluogo lombardo nel suo discorso -, abbiamo inaugurato un monumento in ricordo dei Martiri delle Foibe, degli scomparsi e dei 350.000 esuli dalla Venezia Giulia, dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. Lo sappiamo tutti per troppi anni su questa tragedia è stata stesa una cortina di silenzio. Un ferita italiana, della quale oggi si può e si deve parlare. Con questa opera Milano vuole commemorare il sacrificio degli italiani dell’Adriatico orientale, per non dimenticare un orrore, a lungo negato, che pesa ancora sulle coscienze di tutti».
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Inaugurazione Monumento ai Martiri delle Foibe ai 350mila italiani esuli in patria

Ospiti alla cerimonia anche i sindaci di Trieste e di Gorizia, Roberto Dipiazza e Rodolfo Ziberna: «Trieste città patria simbolo dei Martiri delle Foibe  e simbolo dell’esodo dei 350mila istriani, fiumani e dalmati , è qui oggi per testimoniare, il sempre forte e fraterno legame di amicizia e affetto con chi, personalmente o con le proprie famiglie,  ha subito e sofferto per queste tragedie del secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Riflttiamo di fatti e drammi storici terribili per troppo tempo tenuti sotto colpevole silenzio. Ribadiamo che la retorica dell’“affinché non accada mai più” – ha proseguito Dipiazza Sindaco del capoluogo giuliano – non ha senso se non ricordiamo e comprendiamo fino in fondo ciò che è stato fatto dai partigiani comunisti di Tito tra il settembre del 1943 e il febbraio del 1947 e a guerra finita. Non dimentichiamoci che l’eccidio degli italiani della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia è stato il più cruento dopo l’unità d’Italia».  
«Un grazie dalla città di Gorizia che ancora oggi piange gli oltre 650 deportati a guerra finita, dalle truppe del maresciallo Tito, per l’unica responsabilità di essere stati fieramente italiani,  e di aver potuto pertanto rappresentare un ostacolo al disegno annessionistico del marescialla Tito – afferma Ziberna sindaco di Gorizia, che è anche dirigente nazionale A.N.V.G.D. –. Consentitemi un ringraziamento personale come figlio di esuli. Tutti i messaggi da dovunque provengono sono importanti. Un messaggio che viene, che parte da Milano, è ancora più forte e ancor più grande,  come forte e grande è la città di Milano». 

Il cerimoniale poi ha contemplato gli interventi di Romano Cramer Presidente del Comitato pro monumento sostenuto dalla galassia di associazioni degli esuli e di Piero Tarticchio, esule, scrittore, artista e autore del disegno del monumento: «Dopo l’infausto 8 settembre 1943 – riferisce Cramer -, si scatenò la prima ondata degli infoiba menti. La pulizia etnica proseguì negli anni successivi per mano dei partigiani comunisti titini con la collaborazione dei partigiani comunisti italiani».
«In questo momento penso a quelli che non ci sono più – si rivolge così al parterre degli intervenuti Piero Tarticchio -. A quelli che avrebbero voluto vivere questo momento storico. Mi auspico che coloro che passeranno di qua, si fermino a riflettere sul significato di questa stele, e dicano una preghiera per tutte le vittime che giacciono ancora insepolte sul fondo dell’abisso. Una cara amica un giorno mi ha detto: “Ho perduto la terra dove sono nata. Adesso che identità ho?”. Le ho risposto che noi saremo istriani per sempre. Da oggi questa piccola porzione di terra milanese, di territorio cittadino, diventerà la nostra terra. Diventerà l’Istria, diventerà Fiume  e diventerà la Dalmazia.  Grazie Milano. Evviva l’Italia».    
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L'intervento di Piero Tarticchio all'inaugurazione del Monumento ai Martiri delle Foibe di Milano

Era presente anche il Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (A.N.V.G.D.) Renzo Codarin: «Un monumento disegnato dall’esule Piero Tarticchio, che ebbe sette parenti infoibati, finanziato dalla Fondazione Bracco, presieduta da Diana Bracco, la cui famiglia era originaria di Neresine, e fortemente voluto da un Comitato al quale hanno aderito le più importanti associazioni della diaspora adriatica. Questo monumento dimostra che l’unione delle forze del nostro mondo porta a significativi risultati».

Il Presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio Emanuele Merlino ha espresso grande soddisfazione: «L'inaugurazione del monumento a Milano è uno straordinario successo sulla strada di una memoria condivisa. È commovente vedere il bellissimo lavoro realizzato da Piero Tarticchio ergersi in un luogo così importante, in una città così importante come Milano.  Da oggi nessuno potrà più dire "non si può ricordare"».