Tra startup, università e lavoro: la generazione Z guarda al futuro

La generazione Z, per molti, rappresenta un vero e proprio mistero. L’evoluzione così rapida della società ha infatti bruciato le tappe negli ultimi anni, creando un divario generazionale clamoroso, quasi impensabile fino a poco tempo fa. E allora capire le ambizioni e le aspirazioni dei giovani studenti diventa molto difficile, quasi impossibile. Fra la moda dei TikTokers, che guadagnano migliaia di euro al mese e la nuova generazione dei gamers professionisti, oggi questi ragazzi affrontano un modo di lavorare lontano anni luce dalle precedenti generazioni. Tuttavia, anche loro hanno le proprie paure e al tempo stesso hanno anche le idee chiare, considerando che la maggioranza dei giovanissimi immagina il proprio futuro nel mondo dell’imprenditoria.

Università o lavoro?

La domanda è lecita: dato che oggi certi canali digitali consentono di guadagnare senza aver conseguito una laurea, è logico che i giovani si chiedano se vale la pena di iscriversi all’università. D’altronde non esiste corso di laurea (non ancora, almeno) che possa formare i giovani studenti nelle professioni 3.0, come quelle già accennate poco sopra. Ed ecco che in tanti si formano da soli, come si faceva un tempo in bottega, crescendo a fianco di qualcuno già esperto o semplicemente scoprendo in piena autonomia i meccanismi dei new media e dei nuovi social. Allo stesso tempo, però, l’università resta una scelta capace di garantire un certo livello di competenze necessarie per formare figure professionali, o per entrare nel campo dell’imprenditoria, avviando una propria start-up. Alla laurea potranno seguire dei percorsi di studio più approfonditi, e si fa riferimento soprattutto ai master e ai corsi specialistici.

Creare una start-up

Premesso che l’idea deve sempre rappresentare la scintilla, dalla teoria bisogna poi passare alla pratica, per poter creare una start-up di successo. E le fondamenta di questo successo sono dei solidi business plan, che consentono di far chiarezza sulle prospettive, sui costi e sui guadagni di una potenziale azienda. Grazie al piano di business è ad esempio possibile mostrare le proprie idee a degli investitori, che potrebbero decidere di finanziare l’idea e coprire le spese. Un metodo per reperire le risorse necessarie per l’avvio di una giovane azienda è anche l’accesso ai prestiti a tasso agevolato proposti da alcuni istituti di credito, e ci sono vari esempi da fare, come i micro-prestiti e i finanziamenti per i giovani. In sintesi, queste opzioni danno la possibilità al giovane imprenditore di curare la fase di avvio di un’impresa con meno preoccupazioni e meno pensieri, potendosi così concentrare sul proprio core business.

In conclusione, i giovani di oggi sono fortemente orientati verso un futuro imprenditoriale, ma per riuscire in questa impresa non bastano le semplici idee. Servono finanziamenti e di conseguenza un piano strutturato per poter raccogliere le cifre necessarie.