Continua il braccio di ferro tra infermieri e Regione in materia di premi per l’emergenza Covid

Gli aderenti al sindacato autonomo Nursing Up bocciano il recente accordo che usa risorse del decreto Rilancio, già attribuite dal Governo: «Regione Lombardia sposta solo soldi già stanziati, senza destinarne di nuovi»

«L’accordo firmato da Cgil, Cisl e Uil il 26 maggio e da noi rigettato fa acqua da tutte le parti e anche la pezza messa con l’accordo del 12 giugno non ci sta bene». È quanto afferma Angelo Macchia, responsabile del sindacato autonomo Nursing UP, all’indomani del nuovo accordo tra le sigle sindacali e Regione Lombardia per rimpolpare il fondo per “gli eroi del Covid”. Le risorse in più che il Pirellone potrà utilizzare provengono infatti dal decreto Rilancio. Denaro extra per gli infermieri lombardi protagonisti della lotta al Covid già stanziato dal Governo per la spesa del personale, da impiegare nei prossimi mesi. Una specie di gioco delle tre carte, secondo gli operatori di Nursing Up, in cui Regione Lombardia non farebbe altro che spostare i soldi da un capitolo all’altro. «Con la pubblicazione della delibera 3225 del 9 giugno, che ratificava l’accordo tra Cgil, Cisl e Uil e Regione – spiega Macchia - i premi previsti erano al lordo di oneri riflessi ed Irap: gli infermieri in fascia A invece dei 1.250 euro previsti, avrebbero trovato in busta paga 660 euro. Così come quelli inseriti in fascia B da 850 euro sarebbero scesi a 449 euro. Il nuovo accordo con i soldi del decreto Rilancio porta il netto dei premi a 900-1.000 euro per gli infermieri di fascia A, ma a noi non va bene lo stesso - conclude Macchia -. Utilizzare i fondi del decreto Rilancio per i premi per chi è stato in prima linea nella lotta al Covid 19 non ci va bene, come non ci va bene che queste risorse vengano destinate a chi la pandemia la combattuta da casa, in smart working».
Redazione Web

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