Lombardia in prima linea contro la violenza sugli operatori sanitari: nuove misure e dati allarmanti

Regione Lombardia potenzia la sicurezza con bodycam, smartwatch anti-aggressione e pulsanti d'allarme, mentre i dati del 2024 rivelano un incremento delle aggressioni

Mercoledì 12 marzo, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza agli operatori sanitari, Regione Lombardia ha presentato un ambizioso pacchetto di interventi per proteggere il personale impegnato sul campo. Durante una conferenza stampa a Palazzo Lombardia, gli assessori Guido Bertolaso (Welfare) e Romano La Russa (Sicurezza e Protezione civile) hanno illustrato una serie di iniziative che vanno dalla procedibilità d’ufficio per reati contro i sanitari alla distribuzione di dispositivi tecnologici in grado di migliorare la sicurezza nei pronto soccorso e nei servizi d’emergenza. Tra le misure annunciate spiccano l’installazione di pulsanti anti-aggressione in 22 ospedali, la sperimentazione di smartwatch dotati di pulsante SOS e GPS e la diffusione di circa 400 body cam per il personale dei mezzi avanzati di Areu. Tali strumenti, insieme al potenziamento della videosorveglianza e all’adozione di protocolli operativi condivisi con le Forze dell’ordine, mirano a fornire un supporto immediato e a fungere da deterrente contro gli atti violenti. Le autorità hanno anche diffuso dati preoccupanti: nel 2024 si è registrato un incremento del 17,7% nelle aggressioni agli operatori sanitari rispetto all’anno precedente, con 5.690 episodi denunciati nei servizi pubblici. La maggior parte delle aggressioni, per il 74,7%, è di natura verbale, mentre il 25,3% riguarda atti fisici, colpendo in primis infermieri, medici e altri professionisti del settore. Testimonianze dirette da parte degli operatori, presenti all’incontro, hanno evidenziato come non sia sempre possibile prevenire ogni episodio violento, sottolineando l’importanza degli strumenti tecnologici messe a disposizione per migliorare la gestione delle situazioni di crisi. Gli assessori hanno infine annunciato che, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, si lavorerà ulteriormente per promuovere un cambiamento culturale che condanni la violenza in ogni ambito, in particolare quello sanitario, e che preveda, in futuro, anche l’adozione di uno “scudo penale” a tutela di chi si prende cura della salute dei cittadini.