Quadruplicamento ferroviario Tavazzano-Lodi: il Comitato pendolari Sud Milano e Lodigiano alza la voce

«Il rischio è che questa tratta diventi solo per merci e Frecciarossa! Con buona pace dei pendolari»

Il Comitato pendolari Sud Milano e Lodigiano lancia un appello perentorio: il progetto di quadruplicamento della tratta ferroviaria Tavazzano-Lodi deve essere messo in compensazione immediatamente, prima che il tempo e le scelte politiche lo facciano scivolare nell’oblio. Il rischio, denunciano i pendolari, è che il servizio ferroviario locale venga sacrificato in favore dell'alta velocità e del traffico merci, con gravi conseguenze per migliaia di utenti quotidiani.

Un progetto già previsto ma che rischia di essere cancellato

L’opera di quadruplicamento tra Tavazzano e Lodi è già presente nel Piano industriale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) dal 2018 ed è inclusa nel Contratto di programma 2022-2026 sottoscritto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tuttavia, il tempo stringe e, in un’epoca di possibili tagli infrastrutturali, il comitato teme che questa tratta possa essere stralciata.
«Non chiediamo che venga finanziata e cantierizzata domani», spiegano i portavoce dei pendolari, «ma vogliamo che venga inserita con urgenza nel tavolo di ascolto tra Regione e RFI, per svilupparne la progettazione, dato che i fondi per questa fase sono già accantonati».

Il Lodigiano: una “Lombardia di serie B” sulle ferrovie

Il Sud Milano e il Lodigiano non ricevono potenziamenti infrastrutturali significativi dal 1997, anno della realizzazione del quadruplicamento Rogoredo-San Zenone al Lambro per l’interconnessione con l’alta velocità. Da allora, il traffico ferroviario è rimasto sulle stesse linee risalenti agli anni '60, oggi sovraccariche ed esauste, soggette a guasti settimanali che bloccano la circolazione dei convogli.
Le linee suburbane, in particolare la S1 Lodi-Milano-Saronno, devono convivere con treni diretti, intercity e merci, generando conflitti che rallentano il servizio e penalizzano i pendolari. Senza il quadruplicamento, il rischio è che la linea diventi esclusivamente dedicata ai treni a lunga percorrenza e al traffico merci, lasciando i pendolari senza un servizio adeguato.

Il quadruplicamento: soluzione già applicata in altre tratte

Secondo i dati di Trenord, la linea S1 trasporta circa 33.000 passeggeri al giorno, un numero superiore ai 26.000 utenti della linea S13 (Milano-Pavia), per la quale è già stato avviato un potenziamento infrastrutturale con un investimento di 189 milioni di euro. Anche la Milano-Mortara è oggetto di discussione per un raddoppio dei binari.
«Se si trovano i fondi per altre tratte, perché i 14 chilometri tra Tavazzano e Lodi sono ignorati?», si chiedono i pendolari. «La Milano-Piacenza è la spina dorsale della ferrovia italiana e merita un intervento adeguato».

Un'occasione da non perdere

Per il comitato pendolari, l’urgenza è chiara: avviare subito la progettazione definitiva, con le risorse già disponibili (cfr. ITR 2377 del 2024, punto 3), per poi procedere al reperimento dei fondi per la realizzazione dell’opera negli anni a venire.
I pendolari ricordano anche la beffa della fermata Lodi-Università, prevista nel 2007 all'interno dell’Accordo di programma TEEM, ma poi misteriosamente scomparsa tra le opere compensative realizzate altrove.

L’appello del comitato è chiaro: la politica regionale e nazionale deve intervenire subito, prima che sia troppo tardi. Altrimenti, il rischio è quello di vedere il quadruplicamento ferroviario cancellato e il servizio per i pendolari sacrificato in favore di treni veloci e merci.