Paullese: code chilometriche e il “miraggio” di un raddoppio che non parte mai
La riqualificazione del tratto tra la Cerca e la rotonda di Zelo-Paullo, che sarebbe dovuta partire a fine 2018, è ancora bloccata da un ricorso. Intanto i pendolari affrontano una odissea quotidiana, come documentato anche dalla Rai
09 gennaio 2019
Il raddoppio della Paullese tra la Cerca e la rotonda di Zelo-Paullo è pronto a partire. Anzi no, sarà necessario attendere ancora e non si sa per quanto. È una telenovela senza fine quella della riqualificazione del primo stralcio del tratto A della ex S.S. 415, a completamento della tratta milanese, che, in base all’ultimo cronoprogramma, sarebbe dovuta partire entro la fine dell’anno appena concluso.
L’appalto per la realizzazione dei lavori era già stato assegnato alla Gimaco Costruzioni di Sondrio. Tuttavia il raggruppamento di imprese composto da Turchi Srl e Pesenti Srl, classificatosi secondo in graduatoria, ha presentato ricorso al Tar di Milano per chiedere la sospensiva dell’assegnazione. Incassato il rigetto da parte dei Giudici del Tribunale amministrativo, le due società hanno quindi deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato, che ha di fatto “congelato” l’apertura tanto attesa dei cantieri. A questo punto, l’unica prospettiva possibile è quella di attendere i tempi canonici della Giustizia, al momento del tutto ignoti. «Il raddoppio della Paullese è e rimane una delle priorità di Città Metropolitana – ha dichiarato a riguardo Arianna Censi, vicesindaco metropolitano -. Attendendo il responso del Consiglio di Stato, ci impegneremo affinché si possano recuperare gli eventuali ritardi accumulati».
La sola certezza riguarda la vera e propria odissea che i pendolari della Paullese sono costretti ad affrontare quotidianamente per raggiungere Milano. A testimoniarlo, nella mattinata dell’8 gennaio, sono arrivate persino le telecamere di Rai Tre, con la trasmissione Buongiorno Regione, per documentare l’impietosa situazione che si ripete puntualmente all’altezza di Zelo Buon Persico, dopo il ponte sull’Adda. Qui, dove la ex Statale permane ad una sola corsia, viene a crearsi un deleterio effetto imbuto, causa di code chilometriche ed attese infinite. A queste ultime, come denunciato dai viaggiatori ai microfoni della trasmissione televisiva, concorrono anche i tanto osteggiati semafori, soprattutto quello di Paullo-Conterico e quello di San Donato, a propria volta fonte di puntuali incolonnamenti.
L’ennesimo slittamento del raddoppio non ha ovviamente mancato di suscitare polemiche proprio all’indirizzo di Città Metropolitana, accusata di aver alimentato false speranze negli automobilisti. «I cittadini sono stati illusi dalle rassicurazioni sul tema – commenta Franco Lucente, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia e già sindaco di Tribiano -. Era stato detto con convinzione che gli interventi destinati al miglioramento della circolazione sarebbero partiti “entro fine anno”, con riferimento al 2018. Ora ci troviamo nel 2019 e i lavori in questione sono bloccati. Non si possono continuamente creare false aspettative nei cittadini. Sono fiducioso sullo sblocco dei lavori – conclude Lucente -, avendo anche Regione Lombardia destinato fondi importanti, ma è necessario non sbilanciarsi con date certe».
A questo punto non resta che attendere il responso della Giustizia. L’unica tempistica certa riguarda la durata dei cantieri per il raddoppio, stimata in 540 giorni. Per questo, anche nella più ottimistica delle previsioni, la riqualificazione completa sarebbe realtà non prima di 2-3 anni.
Alessandro Garlaschi
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09 gennaio 2019