La professoressa Turiaco morta per il vaccino AstraZeneca: «Effetti avversi del vaccino Covid» così i periti alla procura di Messina
A rivelarlo è l'avvocata della famiglia, Daniela Agnello, dopo che i consulenti della Procura di Messina hanno depositato la perizia medico-legale

Augusta Turiaco, 55 anni
16 dicembre 2021
L'insegnante Augusta Turiaco, di 55 anni scomparsa lo scorso 30 marzo, sarebbe morta a causa degli
effetti avversi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, il
Vaxzevria. A rivelarlo è l'avvocata della famiglia, Daniela Agnello,
dopo che i consulenti della Procura di Messina hanno depositato in
Procura ai pm che indagano sul caso, la relazione medico-legale con le
indagini istologiche e di laboratorio e hanno attestato la sussistenza
di un nesso eziologico tra la somministrazione del vaccino contro il
coronavirus e il decesso della professoressa nella relazione depositata. «Lo specialista in medicina legale, coadiuvato dagli specialisti in
malattie infettive e in anatomia patologica, ha escluso la sussistenza
di ulteriori cause patogenetiche o di disordini immunitari e/o infezioni
e ha riscontrato gli 'anticorpi antieparina PF4' studiati e
approfonditi dal professor Andreas Greinacher e in altri studi in ambito
europeo e americano», spiega l’avvocato della famiglia della docente,
citato dall'Ansa. «I consulenti nelle 59 pagine ritengono, senza ombra
di dubbio, che il decesso della Turiaco è in relazione causale con la
somministrazione del vaccino AstraZeneca avvenuta l'11 marzo 2021. I
tecnici escludono profili di responsabilità colposa a carico dei
sanitari intervenuti nella vicenda, evidenziando che gli scarsi dati
della coeva letteratura scientifica, oltre l'assoluta incertezza
normativa dell'epoca, consentono di far ritenere esente da censure
l'attività del personale medico e infermieristico», prosegue Agnello.
Tradotto, la colpa della morte della professoressa Augusta Turiaco non è
in capo ai medici e agli infermieri che hanno proceduto alla
somministrazione del vaccino, questi ultimi hanno solo fatto da
esecutori di un'iniezione di un farmaco ritenuto sicuro dalle autorità
di controllo dei farmaci che si sono presi la responsabilità di
autorizzarne l’uso (Ema e Aifa). Il processo, evidenzia Giovanni
D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,
stabilirà in capo a chi sia la responsabilità e formerà un precedente
insieme ad altri casi pendenti presso altre procure italiane di casi
simili.
16 dicembre 2021