Borseggi in metropolitana: 8 arresti a Milano

I fermati, tutti di origini bosniache, erano specializzati nei furti con destrezza soprattutto ai danni dei turisti. Coinvolti anche minori. Spesso le donne fermate si servivano dei neonati per ottenere mitigazioni della pena

I borseggiatori in azione nelle immagini della polizia

I borseggiatori in azione nelle immagini della polizia

La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, nei giorni scorsi ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 8 cittadini di origine bosniaca, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti con destrezza a danno di turisti all’interno delle metropolitane. I furti consumati con destrezza avvenivano ai danni di turisti, prevalentemente stranieri, ritenuti meno attenti e con maggiore disponibilità di denaro contante. L’associazione, costituita dal capo, era fondata su un vincolo familiare corrente tra i consociati, tutti dimoranti presso domicili, tra cui uno in via Famagosta 4 a Milano, e in possesso di veicoli comuni per gli spostamenti necessari per la realizzazione dei reati fine. Talvolta la sistemazione avveniva presso alberghi o abitazioni gestite da persone compiacenti. Ogni membro dell’associazione, tra cui minori ritenuti più difficili da perseguire, era dotato di cellulare per la comunicazione dei propri spostamenti e per quelli delle Forze di Polizia e la contestuale presenza delle vittime dei reati. Infine, a dimostrazione di un sistema ben collaudato e fondato sulla buona conoscenza del sistema penale italiano (con riferimento alla tutela delle donne incinte e madri di prole in tenera età) è stato accertato il ricorso a babysitter che, oltre ad occuparsi sin dalla nascita della gestione dei figli degli arrestati, all’occorrenza avevano il compito di portare il bambino presso l’ufficio di polizia in cui si trovava la madre arrestata, così da ottenere un differimento di pena o la denuncia in stato di libertà in alternativa all’arresto in flagranza.
Redazione Web

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