Il sincretismo nell'arte: intervista allo scultore Jurij Tilman

Giovedì 10 ottobre, presso l'associazione Italia-Russia di via Cadore 16, si è tenuta l'inaugurazione di Deesis III, esposizione che proseguirà fino al 7 novembre. L'artista Jurij Tilman ha esibito in questa sede sculture ispirate alle icone della tradizione ortodossa, costruite con materiale riciclato.

Questo è il terzo capitolo di una serie di mostre che ha fatto in questi anni. Come nasce Deesis?

Ho iniziato a lavorare su questo tema nel 1994. Ero al mare e ho trovato della ferraglia e subito dopo un pezzo di legno. Così ho iniziato a lavorare e a comporre il materiale raccolto senza prefiggermi un risultato stabilito. Quello che improvvisamente si è presentato ai miei occhi era 'San Giorgio a cavallo'. Era molto essenziale, ma comunque faceva allusione all'icona russa della tradizione. Sono stato un restauratore del museo del Cremlino, quindi conosco molto bene questi soggetti dell'iconografia ortodossa, ma non ho deciso di ispirarmi ad essa, è stato un risultato non cercato. L'arte però è sempre serialità, quindi ho continuato a raccogliere il materiale e ho composto altre opere che ho presentato in queste mostre, in diversi luoghi d'Italia e in Giappone.

Con quali materiali lavora per costruire le sue opere?

La maggior parte del materiale che utilizzo la trovo al mare: ferro arrugginito, monete, pezzi di vetro levigato, bastoncini e altro materiale riciclabile e lavorabile. I primi appoggi per le icone li ho recuperati però in Trentino e in alta Val Camonica: sono pezzi di vecchio legno rettangolare, che venivano usati come tegole, e che io uso come base di sostegno e sfondo per le sculture.

Da dove deriva l'idea di utilizzare pezzi di recupero per comporre le sue sculture? Si è ispirato a qualcuno?

Non in questo caso. Certamente siamo sempre ispirati da qualcuno, ma arrivati a una certa età si diventa, per così dire, autosufficienti. Non c'è niente di nuovo nella Trash Art, oltretutto adesso è anche di moda parlare di riciclo. Per quanto mi riguarda, sono attento alla tematica, ma non faccio il missionario dell'ambiente. Semplicemente si può affermare che il materiale di riciclo è sempre un materiale: c'è chi usa il marmo e chi utilizza altri oggetti. Da parecchi anni io uso solo materiale riciclato.

Ha progetti per il futuro?

Vorrei allargare la questione delle icone, creando una specie di sincretismo delle immagini religiose. In alcune icone si può già notare questo elemento. Per esempio, in una delle mie Trinità dell'antico testamento, le tre figure sono poste all'interno di tre idee geometriche della tradizione Zen: triangolo, cerchio e quadrato. La cultura del Giappone mi interessa particolarmente, dal momento che lì il sincretismo è fortissimo: il 90% di loro si dichiara scintoista, l'80% buddista e il 35% cristiano. Questo significa che loro non badano alla diversità, ma riescono a convivere in modo pacifico senza badare alla differenza tra le religioni. Mi interessa moltissimo questo aspetto del Giappone, la contaminazione culturale e l'assenza di litigi dovuti a quest'ultima. La mia prossima Trinità potrebbe quindi essere composta da Buddha, Gesù e Confucio.

Per quanto riguarda il tema delle sue opere, in che modo un soggetto così rigido, come le icone della tradizione, può essere rivisitato in modo simbolico e con il sincretismo presente nella sua arte?

Già durante l'avanguardia russa, gli artisti come Kandinskij chiamavano "icone" le proprie opere. L'icona veniva quindi a rappresentare qualche cosa di astratto, di non realistico, di simbolico e la creazione di un linguaggio specifico. Qualcosa come l'arcaica e rigida arte delle icone della tradizione ortodossa, ha ispirato delle correnti dinamiche come l'avanguardia russa. Nello stesso modo, nella mia testa sono presenti le icone originali, ma non le riproduco in modo rigido. Nella mia arte si manifestano le figure della tradizione ortodossa simbolicamente, all'interno di una dinamica che prevede un sincretismo di tipo culturale.

Claudia Zanella