«Per diventare un valore aggiunto, gli stranieri vanno aiutati a inserirsi nel miglior modo nella nostra società». Parola di un volontario 24enne

La Grangia a Monluè, un'associazione Onlus che accoglie e aiuta persone straniere grazie alla collaborazione di molti giovani volontari.

Nei pressi della Cascina Monluè, nella Zona 4 di Milano, sorge La Grangia, un’associazione Onlus fondata nel 1986 per volontà del cardinale Carlo Maria Martini. Venne costituita da un gruppo di persone che avevano come obiettivi quello di accogliere e integrare gli stranieri che arrivano nel nostro territorio e quello di diffondere una cultura di accoglienza e di condivisione, che si fa partecipazione attiva tra chi accoglie e chi è ospitato.
Con l’associazione collaborano molti giovani volontari che, grazie alla loro passione, cercano di aiutare queste persone a inserirsi in un contesto sociale totalmente differente dal Paese dal quale provengono.
La nostra redazione ha contatto uno di loro, Matteo Sarto, giovane ventiquattrenne che, ormai da 5 anni, una volta alla settimana, collabora con l’associazione, insegnando l’italiano ai giovani accolti alla Grangia: «Oltre a spiegare le regole grammaticali, si instaura un rapporto di amicizia con gli ospiti e spesso più che un normale corso di italiano, la lezione diventa un momento per permettere ai ragazzi di socializzare. Credo che gli stranieri siano una risorsa per l'Italia e non un peso, ma per diventare un valore aggiunto vanno aiutati a inserirsi nel miglior modo nella nostra società e la base di partenza è conoscere e parlare l'italiano».
Ciò che ha spinto Matteo, così come moltissimi altri giovani, a intraprendere questa strada nasce dalla voglia di potere aiutare chi nella vita è stato meno fortunato di noi; la gratificazione che questi volontari ricevono ripaga loro di qualsiasi sforzo: «Facendo volontariato, oltre a dare qualcosa, si riceve anche perché, può sembrare banale, ma la riconoscenza che hanno gli ospiti nei confronti dei volontari è qualcosa di importante. Tante volte un "grazie" conta molto più di ogni altra cosa».
Daniele Buonamici