Milano: albanese di 17 anni evade dal carcere minorile Beccaria

Il giovane, imputato per rapina e droga, ha scalato il muro di cinta durante l’ora d’aria, probabilmente con la complicità di alcuni altri detenuti

Il carcere minorile Beccaria

Il carcere minorile Beccaria

Il Sindacato di polizia penitenziaria: «Da tempo denunciamo la carenza di personale»

L.R., un albanese di 17 anni detenuto per rapina e droga nel carcere minorile Beccaria di Milano, è evaso dalla struttura di detenzione meneghina nella mattinata di domenica 20 dicembre. Tutto è accaduto tra le 9:15 e le 10:00 del mattino, quando i giovani detenuti stavano trascorrendo la quotidiana ora d’aria all’interno di uno dei cortili del penitenziario. In base a quanto ricostruito fin’ora, mentre un gruppo di ragazzi in cortile distraeva l'unico agente che al momento si trovava in servizio, L.R. si è allontanato da solo e, sfoggiando doti da vero funambolo, ha scalato un muro di circa 8 metri d’altezza, è salito sul tetto ed è saltato all'interno di un altro cortile. Da qui, poi, il giovane ha scavalcato un cancello che dà sulla strada, facendo perdere le sue tracce. «L’unica telecamera che avrebbe potuto inquadrare l’effettiva fuga al di fuori delle mura – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria -, cioè quella del cancello d’ingresso, era disattivata da tempo». L’evasione del 17enne ha suscitato dure critiche da parte del Sindacato che rappresenta la polizia Penitenziaria, che da tempo denuncia le serie lacune che riguardano il carcere minorile Beccaria. «Va registrata – sostiene infatti Capece – una carenza cronica di personale di polizia Penitenziaria che non permette di presidiare tutti gli spazi, una grave criticità che si coniuga negativamente al perdurare di lavori di ristrutturazione dell’istituto che si protraggono ormai da lunghi anni! Ora l’interesse di tutti è catturare il fuggitivo ed assicurarlo alla giustizia, ma va fermamente stigmatizzato come le denunce del Sappe siamo rimaste colpevolmente inascoltate».
Redazione Web