Milano: sequestrate 1500 scatole di farmaci venduti come cura contro il Covid

Operazione della Polizia Locale in un supermarket alimentare cinese. I farmaci non erano registrati in Italia e pertanto venivano venduti abusivamente

Uno scatolone dei farmaci non autorizzati

Uno scatolone dei farmaci non autorizzati

Erano stipate nel magazzino di un piccolo minimarket e spedizioniere all'inizio di via Padova a Milano, dentro qualche scatolone. Ben 1.500 scatole di antinfiammatori di due marche diverse, la prima con indicazioni in etichetta solo in lingua cinese e prodotte in Cina, l'altra prodotta in Europa con bugiardino in una lingua dell'Est. Stesso farmaco e stessa caratteristica, privo di autorizzazione dell'Aifa che ne consente la vendita in Italia. Gli agenti della Polizia Locale nei giorni scorsi sono entrati nel minimarket per un controllo di routine ma hanno notato sugli scaffali, tra alimentari e altra mercanzia varia destinata prevalentemente a clientela cinese, alcune scatole di integratori che non avrebbero potuto essere vendute lì. Per questo hanno deciso di approfondire la visita ed estenderla al magazzino nel retro del negozio, dove hanno trovato gli scatoloni pieni di farmaci dal marchio sconosciuto in Italia ma pronti per la vendita illegale anche contro i sintomi da infezione Covid. Il proprietario, un cittadino cinese di 38 anni, è stato deferito all'autorità giudiziaria con l'accusa di apertura di una farmacia senza autorizzazione (per cui rischia l'arresto sino a un mese e un'ammenda da 2.582 a 5.164 euro) e per l'immissione in commercio di farmaci privi di autorizzazione dell'Aifa (per cui rischia l'arresto sino a un anno e un'ammenda da 2.000 a 10.000 euro).

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