Milano: sgomberato lo storico campo nomadi di via Idro

Le operazioni sono state accolte con delle proteste, che hanno visto l’incendio di una baracca e un’auto, poi tutto si è svolto regolarmente

La baracca incendiata per protesta

La baracca incendiata per protesta

80 persone hanno accettato le sistemazioni predisposte dal Comune

L’ormai storico campo nomadi di via Idro a Milano non esiste più. Dopo oltre 30 anni l’insediamento, sito vicino a via Padova e lungo le sponde del Lambro, è stato infatti definitivamente svuotato e i suoi occupanti allontanati. Eppure le operazioni, avviate lunedì 14 marzo, non erano partite sotto i migliori auspici. Alcuni degli occupanti contrari allo sgombero, infatti, si erano resi protagonisti di alcuni gesti dimostrativi, appiccando il fuoco a una baracca vuota ed a un’auto abbandonata. Al  contempo, alcune famiglie avevano persino minacciato di far esplodere le bombole di gas all’interno delle roulotte se il campo fosse stato sgomberato. Nonostante questi episodi, che sono stati per fortuna isolati, lo sgombero vero e proprio è avvenuto senza ulteriori difficoltà nel pomeriggio di martedì 15 marzo alla presenza degli operatori del Comune oltre che di polizia Locale, polizia di Stato, carabinieri, vigili del fuoco, Croce Rossa e Protezione civile. Al momento dell’intervento erano presenti 94 persone su 106 residenti censiti nei giorni scorsi da Palazzo Marino (in sei erano assenti per detenzione) e in 80 hanno accettato l’accoglienza nelle strutture messe a disposizione dal Comune. In 12 sono stati accolti nel Centro di autonomia abitativa di via Ponti, 19 in quello di via Marotta, 7 nel Centro di via Brambilla. Nei Centri di emergenza sociale sono andate 30 persone e 12 sono state accolte al villaggio di via Martirano, mentre una decina ha invece scelto di trovare una sistemazione in modo autonomo. Nelle scorse settimane alcune famiglie rom residenti nel campo avevano presentato ricorso al Consiglio di Stato allo scopo di scongiurare lo sgombero, ma i giudici lo avevano respinto, considerati i rischi sulle aree occupate e le soluzioni abitative messe preventivamente a disposizione dal Comune, consentendo quindi a quest’ultimo di dare applicazione all’ordinanza di smantellamento del campo. «Questo pronunciamento - ha commentato a riguardo l'assessore a Sicurezza e Coesione sociale Marco Granelli - conferma ancora una volta la bontà della scelta del Comune di Milano, con le sue linee guida in tema di Rom, Sinti e Caminanti, di chiudere situazioni di rischio ambientale, sociale, igienico-sanitario di sicurezza urbana ma, al contempo, offrendo concrete e adeguate alternative alle persone e soprattutto alle famiglie con minori. In questo modo i nuclei familiari sono aiutati nel processo di integrazione che necessariamente parte dalla frequenza scolastica dei minori, da un luogo dignitoso in cui abitare, da un processo di ricerca del lavoro per gli adulti, il tutto senza corsie preferenziali, ma nel contesto dei diritti e doveri di tutti». Nei prossimi giorni l’area sarà pulita da Amsa e MM effettuerà i lavori di demolizione dei manufatti e degli impianti idrico ed elettrico. La zona sarà restituita a verde e insieme al Consiglio di Zona e ai cittadini sarà decisa una nuova destinazione. «Noi ribadiamo la nostra linea – ha concluso Granelli -, siamo contro le favelas che costituiscono sempre un’esperienza negativa per chi ci vive ma anche per la città e per questo stiamo chiudendo i campi rom regolari, questo è il terzo, aperti 30 anni fa».
Alessandro Garlaschi