Milano: sgominata banda di trafficanti di migranti

34 le persone arrestate. I migranti venivano fatti viaggiare come bestiame, stipati in furgoni o addirittura nei bagagliai delle auto, dove faticavano persino a respirare

Boccassini: «Disperati trattati come carne da macello»

Aveva la sua base logistica a Milano, dove i migranti venivano reclutati nei pressi della stazione Centrale, la banda di trafficanti di migranti scoperta dalla squadra mobile di Cremona coordinata dalla Dda di Milano. 34 le persone arrestate (18 delle quali in Italia), alcune delle quali già detenute perché catturate in questi due anni di indagine in Italia, Francia e Germania. Si tratta di cittadini di origine egiziana (i capi dell'organizzazione), afghani, albanesi, sudanesi, tunisini e tre italiani reclutati come autisti nel Cremonese. Altre cinque persone ricercate risultano invece irreperibili. Secondo quanto riferito dagli investigatori, i migranti pagavano in base alla tratta che volevano effettuare, dai 50 ai mille euro, a seconda che partissero direttamente dalla Sicilia, dove erano sbarcati, oppure dal capoluogo lombardo. La destinazione finale erano  quasi sempre i Paesi del Nord Europa, soprattutto Germania e Svezia. La maggior parte dei migranti reclutati erano cittadini sudanesi, eritrei e siriani, ma sono state identificate anche persone provenienti da altri Paesi africani, dall'Afghanistan e dal Pakistan, tra cui alcuni minori. Solitamente i migranti viaggiavano sui treni, sparpagliati in diversi scompartimenti per non attirare l'attenzione e seguiti a distanza dai "passeur" che gli avevano comperato il biglietto, ma anche a bordo di furgoni, camion e automobili che viaggiavano per lo più di notte per sfuggire ai controlli. La polizia ha spiegato che tutti i mezzi viaggiavano sempre "a pieno carico", e in un caso gli agenti hanno trovato, stipati in un furgone chiuso con un lucchetto, 40 disperati che facevano persino fatica a respirare. «Non servono grosse organizzazioni quando c'é carne da macello pronta a fare qualsiasi cosa per raggiungere l'Europa – ha affermato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini che, con il Pm Cecilia Vassena, ha coordinato l'inchiesta -. Dove c'è miseria si inserisce il business del crimine. In un momento in cui il mondo respinge l'idea di integrazione siamo di fronte a una globalizzazione del male rispetto alla disperazione dei migranti». «Il traffico di denaro e di uomini prodotto dall'immigrazione incontrollata - ha commentato Simona Bordonali, assessore regionale a Sicurezza e Immigrazione - non favorisce solo cooperative e centri d'accoglienza di fortuna, ma anche le mafie internazionali. Il caos gestionale del problema migratorio sta generando sul territorio lombardo effetti altamente negativi».
Redazione Web