“Noio... volevùm savoir...”


Auto trovata con gomma sgonfia.
Arrabbiato, parto per l’avventura dei trasporti pubblici.
Prima informazione prendere la metropolitana per San Donato da dove partono gli autobus. Arrivato. Esco dalla metropolitana e spaesato chiedo: “devo andare a Bettola di Peschiera Borromeo, dove parte l’autobus?”. Dopo diversi tentativi un autista mi invia all’ufficio informazioni che riesco a trovare con difficoltà dato che non è segnalato, salvo la scritta “InfoPoint”, che avevo interpretato come una marca di telefonini!... non c’è nessuno… esco e vedo autisti che discutono ed a loro chiedo.
“Palina due” è la risposta. Cerco la palina due. Infine vedo sotto le pensiline diversi cartelli rossi con un numero in bianco. Vado alla pensilina con il numero due attraversando bancarelle di vario genere e personaggi che ti chiedono una sigaretta.
Pulman che vanno e vengono, gente che scende e sale, nomi di paesi che non conosco e non ho mai sentito, chiedo ancora ad un autista che è sceso da un grosso pulman di colore blu.
Non sa di Bettola, lui va con il suo pullman a Pantigliate, chiedo allora della palina due, e lui mi indica dove vi è scritto sotto la pensilina il numero quattro.
Allora comprendo che i numeri bianchi in campo rosso indicano le pensiline, e i numeri di palina sono quelli in blu, piccoli vicino a i pilastri delle stesse.
(allora una indicazione corretta sarebbe: alla pensilina n. 4, posizione n. 2)
Arrivo alla “palina due” ma non vi è autobus. Cerco qualche indicazione, per esempio il numero della linea e gli orari di partenza… trovo fogli con “cerco lavoro badante indiana” “affitto monolocale a 499 euro”  “Signora offre servizi di tutti i tipi solo a distinti con riservatezza”, ecc.
(chissà perché stacco un foglietto scritto a mano con un numero di cellulare)
Vedo dei giovani studenti con cellulare sempre attivo tra le dita e zainetto in optional
 e chiedo a loro.
“fra dieci minuti arriva” mi dicono, visto che sono simpatici inizio una conversazione. Loro mi spiegano che se dovevo andare a Bettola era meglio che “prendessi” gli autobus al di la del recinto metrò, e che secondo dove “andassi, prendessi” o la destra o la sinistra… “cosa è la destra o la sinistra!” (mi viene in mente una canzone di Giorgio Gaber) mi spiegano che certi autobus girano a destra altri a sinistra (come a Londra?) cioè entrano nelle frazioni del comune con giri tortuosi per poi arrivare allo stesso capolinea. Il tragitto più breve viene determinato dall’esperienza o con il metodo empirico della prova.
(cioè al primo colpo si può cannare!) Finalmente arriva l’autobus. Salgo e infilo il biglietto nella “macchinetta”. La macchinetta lo “ingoia” facendo “rutti” elettronici e non me lo restituisce.
Nessuno mi dice niente, indicazione non vi sono. Aspetto l’autista che è scomparso. Dopo un po’ arriva e gli chiedo del mio biglietto. Lo “stupido” sono io, dovevo sapere che i biglietti “cartacei” non vanno infilati in quella macchinetta! Ma nell’altra in fondo all’ autobus. Sob! E adesso? , lui non ha la chiave, ma se voglio posso telefonare ad un numero “verde”…
Mi siedo al posto in prima fila, il pulman ingranando la marcia, parte.
Il percorso è ameno, ed è grazie ad una studentessa con orsacchiotto di pezza senza un occhio attaccato allo zainetto seduta accanto a me, che mi dice dove scendere.
All’appuntamento sono arrivato in orario, ora l’esperienza c’è lo, e perciò non mi spaventa il ritorno. Quasi, quasi, lascerò la macchina “azzoppata”, dopo tutto quando le notizie si sanno, è più facile… ma perché non diffonderle anche ad altri Totò e Peppino?

Cesare Bianchi