Da sfalcio differenziato a sfalcio dimenticato: la primavera fa fiorire l’ironia a Peschiera Borromeo

Passeggiate tra papaveri e paradossi: quando l'erba alta diventa protagonista (anche) del dibattito cittadino

A Peschiera Borromeo la primavera è esplosa con tutta la sua forza, portando sole, cieli azzurri, passeggiate lungo i percorsi ciclopedonali e... una selva di commenti. Sì, perché mentre la natura rifiorisce, lo fa anche l’ironia popolare, che non risparmia le aiuole, i prati e soprattutto l’erba che – come dicono i cittadini – “sta bene ovunque, tranne dove andrebbe tagliata”.

Il caso è servito: l’iniziativa del Comune sul taglio differenziato dei manti erbosi, tanto lodata nei mesi scorsi per il suo spirito ecologico e sostenibile, è ora oggetto di ammiccamenti, meme e vignette. E se l’intento era quello di favorire la biodiversità, in città sembra essere sbocciata anche una vivace varietà di opinioni (non sempre tenerissime).

Eh sì, perché a quanto pare l’erba alta non cresce solo nelle aree coinvolte nel tanto decantato progetto di sfalcio differenziato (che abbiamo raccontato con dovizia di dettagli pochi giorni fa), ma si sta diffondendo con spirito pionieristico un po’ ovunque: dalle aiuole alle rotonde, dai bordi dei marciapiedi alle zone verdi “di nessuno”. Altro che “taglio mulching”, qui pare proprio che l’unica cosa mulchingata siano le speranze dei cittadini in un verde urbano curato e decoroso.

La vignetta che sintetizza il pensiero collettivo

A mettere il dito (verde) nella piaga ci ha pensato una vignetta condivisa in rete, che ritrae due signore a passeggio davanti a un’aiuola in piena esplosione floreale. Una di loro, con sorriso ironico, osserva:
«Da sfalcio differenziato a sfalcio dimenticato, il passo è breve e… petaloso». Un capolavoro di spirito urbano che unisce critica e poesia. “Petaloso”, neologismo ormai entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di qualcosa di bello ma un tantino esagerato, è qui usato per raccontare con leggerezza una percezione diffusa: le aree verdi stanno diventando un po’ troppo selvagge, e non solo quelle incluse nel piano di gestione differenziata.

Dove finisce la biodiversità e inizia la trascuratezza?

È una domanda legittima. Il progetto comunale prevedeva zone specifiche in cui ridurre il numero di tagli per favorire l’insediamento di specie autoctone e impollinatori. Fin qui, tutto bene. Ma quello che i cittadini notano – a occhio e senza bisogno di droni – è che l’erba è alta ovunque: dalle rotonde agli spartitraffico, dalle aiuole scolastiche agli spazi davanti ai condomìni.

Il rischio? Che l'ottima intenzione iniziale venga confusa con un generale “liberi tutti” della manutenzione. E così, accanto a papaveri e margherite, crescono anche dubbi, ortiche e sospetti di incuria.

Dialoghi da marciapiede e rotonde che sembrano riserve naturali

I peschieresi sono notoriamente inclini al commento da marciapiede. Le panchine, con il bel tempo, diventano tribune d’osservazione. Si ascolta di tutto:
«Ma qui è voluto o se lo sono dimenticati?»
«È tutto così... petaloso, che quasi mi viene l’allergia!»
«Con tutta questa erba, tra un po’ ci mettiamo le pecore!»

Battute, sì, ma anche richieste implicite di attenzione. Perché è vero che la natura ha bisogno di spazio, ma pure l’ordine ha la sua dignità.
Sorrisi e starnuti si alternano, mentre le allergie stagionali fanno squadra con l’assenza di decespugliamento.

Lode al verde, ma con criterio

L'ironia non cancella i meriti del progetto, anzi, li sottolinea: l’idea di un verde urbano più naturale, meno omologato e più amico della biodiversità resta valida. Ma dev’essere accompagnata da una comunicazione puntuale e da un controllo efficace. Altrimenti, come dimostra la vignetta, si rischia di passare dal “differenziato” al “dimenticato” senza accorgersene... e con tanti petali di troppo.

Forse, come sempre, la verità sta nel mezzo. Una città sostenibile può e deve convivere con una manutenzione attenta, capace di distinguere tra il prato lasciato crescere con intenzione e quello abbandonato per errore.

Perché l’erba alta è bella, ma se ci perdiamo dentro per cercare il cestino dell’immondizia... forse abbiamo un problema.
Giulio Carnevale