De-semaforizzazione della Paullese a San Donato, il WWF: «il progetto delle rotatorie su via Gela danneggerebbe l’oasi Levadina»

L’associazione ambientalista esprime le proprie perplessità in merito al progetto da 15 mln recentemente presentato da Città Metropolitana, rimarcando l’importanza dell’area verde nel contenere le esondazioni del fiume Lambro

Il WWF Martesana Sud Milano esprime la propria posizione a proposito della problematica relativa alla de-semaforizzazione lungo la Paullese a San Donato, in corrispondenza dell’attuale via Gela e dell’oasi WWF Levadina. «Pur intuendo una certa attenzione all’impatto che alcune soluzioni avrebbero sul territorio circostante e sull’area naturalisticaaffermano dal sodalizio ambientalista - , ci sembra che si sia tornati a proporre  Il progetto di nove (o più)  anni fa e la cosa dal punto di vista dell’oasi Levadina è alquanto preoccupante: infatti il progetto di sovrappasso e due rotatorie proposto da Città Metropolitana prevedeva già allora la distruzione di una significativa fetta dell’oasi, tra l’altro la rotatoria a Nord corrisponderebbe esattamente con l’attuale ingresso all’area naturalistica. Per scongiurare questo evento il WWF Sud Milano presentò una soluzione alternativa che garantiva la sostanziale tutela dell’ambiente naturale e, al contempo, la risoluzione delle problematiche viabilistiche. Per questofanno sapere gli esponenti del WWF locale - faremo a breve una richiesta di accesso agli atti, avendo così modo di visionare i progetti che stanno per essere presentati». In tal senso l’associazione rimarca l’importanza per il territorio dell’oasi Levadina che, assieme alle cosiddette “anse del fiume Lambro” e alla speculare area in territorio di Peschiera, a più riprese ha svolto appieno la funzione di mitigazione del rischio idraulico. «In quest’ultimo anno il fiume Lambro ha esondato in Levadina diverse volteprosegue il WWF - e durante l’ultimo intenso evento meteorico, la presenza di queste aree, paragonabili a casse di espansione naturali, ha permesso al fiume di espandersi senza fare danni. L’acqua ha infatti allagato i boschi e le zone umide senza assumere velocità ed irruenza tipica dei corsi d’acqua imprigionati tra manufatti e argini troppo stretti. Impoverire la superficie di un’area così importante ovviamente andrebbe a ridurre non solo la biodiversità dell’area ma anche l’efficacia di questa azione idraulica». Alla luce di queste considerazioni, il WWF chiede apertamente che la de-semaforizzazione della Paullese non avvenga a danno dell’oasi e del Fiume Lambro.