Tassista di San Donato ucciso a Milano: 10 anni per l’aggressore
Il consulente informatico che colpì la vittima al volto con una confezione di bottiglie è stato condannato per omicidio preterintenzionale
20 novembre 2014
I giudici della Corte d’assise di Milano hanno condannato a 10 anni di reclusione D.G.R., il tecnico informatico 49enne che, lo scorso mese di febbraio, uccise a Milano il tassista sandonatese A.F., al culmine di una lite per questioni viabilistiche. L’accusa per l’imputato è quella di omicidio preterintenzionale, per cui i giudici hanno ritenuto che il condannato non intendesse uccidere il tassista, ma che le conseguenze del suo gesto abbiano oltrepassato le sue intenzioni. Secondo la ricostruzione dei fatti operata in sede processuale, A.F. non si era fermato al passaggio pedonale di via Morgagni dove, assieme ad altri pedoni, si apprestavano a transitare l’imputato e la sua compagna, all’epoca dei fatti in stato di gravidanza. A quel punto D.G.R. aveva dapprima scagliato la confezione di bottiglie di plastica contro il taxi e poi, quando A.F. era sceso dalla vettura, aveva colpito anche lui al volto con il medesimo oggetto, facendolo cadere pesantemente a terra. L’autopsia, eseguita sul corpo del sandonatese 2 giorni dopo il decesso, aveva appurato che la morte era sopraggiunta come conseguenza del grave trauma cranico riportato da A.F. nella caduta e che quindi non fosse stata prodotta direttamente dal colpo ricevuto. Sulla condanna non hanno pesato le aggravanti contestate dall’accusa, cioè i futili motivi e i precedenti penali dell’imputato per aggressione e violenza, che di fatto i giudici hanno scartato. Il Tribunale ha infine riconosciuto risarcimenti provvisori alla famiglia del tassista di San Donato pari a 100mila euro per la moglie, 80mila euro a ciascuno dei figli, 30mila euro ai fratelli e 12mila euro all’Asl, costituitasi parte civile.
Redazione Web
20 novembre 2014