Allarme amianto a tra Borgo e Sesto Gallo

Sono i cittadini a discuterne su internet: un interrogativo che pesa sul Comune

In fondo a via Di Vittorio, tra San Giuliano e San Donato, sorgono l'uno di fronte all'altra il centro sportivo di Borgolombardo e la cascina Sesto Gallo. Su entrambe le costruzioni pesano le segnalazioni postate su internet da alcuni cittadini, residenti delle due municipalità confinanti: sembrerebbe che i tetti dei capannoni del complesso padronale e le coperture degli spogliatoi del centro siano in amianto, materiale che fino a qualche decennio fa continuava a essere largamente impiegato nell'edilizia, soprattutto per la coibentazione dei tetti, e messo fuori legge nel 1992 perché cancerogeno. La presenza di Eternit, il cemento-amianto, non è per ora dimostrata, e resta un  interrogativo sul quale l'amministrazione sangiulianese, sotto la cui giurisdizione ricade l'area Sesto Gallo, dovrebbe fare chiarezza. «I tetti sono vecchi e si sbriciolano facilmente, generando molta polvere che viene spinta dal vento verso le abitazioni» scrive Mario Pirozzi su Recsando. Il comitato cittadino sorto per protestare contro l'installazione su questa porzione di territorio di numerose antenne di telefonia mobile, le cui conseguenze sulla salute non sono mai state verificate, ha in passato sollecitato delle rilevazioni, che finalmente svelassero il materiale dei tetti “incriminati”. Secondo Giuseppe Rossetti, esponente del comitato, in caso di polveri cancerogene, sarebbero coloro che più frequentano il centro sportivo i primi a farne le spese, cioè i giovani. «Prima di andare a calcio, la maggior parte dei ragazzi frequenta le vicine scuola materna di Sestogallo, elementari di Borgo, medie e elementari di via Giovanni XXIII». A novembre 2008 il Comune di San Giuliano aveva aderito alla campagna “Amianto cosa fare?” promossa dall'Asl di Melegnano per agevolare, attraverso il coinvolgimento dei cittadini, interventi di bonifica nelle costruzioni in Eternit. Viene da chiedersi se il progetto non giaccia ora in un cassetto.

Sara Marmifero