Nove nuovi licenziamenti alla San Carlo

Sempre più alta la tensione fra i lavoratori dell’azienda di Sesto Ulteriano

Ennesimo provvedimento di mobilità per i lavoratori della San Carlo di Sesto Ulteriano. Il licenziamento ha visto la messa in mobilità di 9 lavoratori tra cui tre delegati Cgil dei quattro che compongono la RSA, emersi per le loro lotte contro le azioni aziendali. Procedura normale per la San Carlo, che negli ultimi 5 anni ci ha abituati a 5 procedure di mobilità. E così, mentre il primo cittadino di Melegnano ha dichiarato meno di un mese fa «la volontà (dell'azienda) di costruire un centro di produzione nella periferia ovest di Melegnano», nel vicino stabilimento di Via Basento i licenziamenti continuano. Tra le cause, la San Carlo adduce l'aumento del costo del lavoro, effettivamente destinato a diminuire se gli obiettivi dell'azienda presupporranno l'ormai dilagante sfruttamento dei lavoratori delle cooperative «che non hanno nessun potere contrattuale e quindi debbono obbedire e stare a testa china», puntualizza Antonino Gambino del PCL. La risposta dei lavoratori: un deciso fronteggiamento. «Abbiamo rifiutato tutte le offerte dell’azienda perché inadeguate alla perdita del nostro posto di lavoro, tanto più in tempi di crisi» ha fatto sapere nei giorni scorsi il delegato della Rsa, Roberto De Vidi. «Siamo in agitazione sindacale permanente». Dal presidio del 14 aprile davanti ai cancelli della sede di Sesto Ulteriano, allo sciopero di venerdì 30 aprile di fronte all’allestimento San Carlo del polo di Fiera Milanocity. I lavoratori si chiedono se il Comune di San Giuliano si farà parte attiva per la soluzione positiva di questa vertenza, che può esser risolta solo con il blocco dei licenziamenti. E intanto lo stesso venerdì 30 si è mantenuta la tensione alta durante un incontro promosso dal PCL a San Giuliano nello Spazio Comunale di Piazza Alfieri. Obiettivo della serata: la sensibilizzazione della cittadinanza al fine di dar vita a una rete di lavoratori a sostegno di questa battaglia. Nel frattempo, la guardia dei lavoratori rimane alta.

Elisa Murgese