La bomba di San Giuliano è stata fatta esplodere

l’ordigno, trovato nei giorni scorsi a Carpianello, è stato fatto brillare dagli artificieri. Si trattava di un proiettile da bombarda risalente alla Prima Guerra Mondiale

Residuato bellico

Residuato bellico La bomba ritrovata a San Giuliano non è più un pericolo

Attorno alle 11:00 del mattino di ieri, martedì 16 settembre, l’ordigno bellico individuato a Carpianello è stato fatto esplodere dagli artificieri del Genio dell’esercito di Cremona. Il ritrovamento risale al 9 settembre scorso, quando un agricoltore della zona aveva notato uno strano e voluminoso oggetto arenato nei pressi di un isolotto sulle sponde del fiume Lambro, nei pressi del ponte sulla provinciale 157 che conduce a Mediglia. Le operazioni di smaltimento dell’ordigno hanno previsto anzitutto la rimozione dello stesso per mezzo di un escavatore e la sua deposizione all’interno di una buca, scavata appositamente nei campi a poca distanza dal luogo del ritrovamento. La bomba è stata quindi interrata assieme a una carica di esplosivo che, poco dopo, è stata fatta detonare. La procedura si è svolta senza alcun intoppo e senza la necessità di evacuare la popolazione, considerato come le operazioni si siano svolte in una zona di aperta campagna. L’unica precauzione adottata ha previsto la chiusura della provinciale per Mediglia nei momenti stessi dell’esplosione. A dispetto di quanto ipotizzato inizialmente, gli artificieri dell’esercito hanno retrodatato considerevolmente l’età dell’ordigno, identificato come un proiettile da bombarda fabbricato in Italia all’epoca della Prima Guerra Mondiale (1914-18). La bomba, dal peso di 65kg per 70cm di lunghezza, potrebbe però essere stata utilizzata anni dopo, cioè durante il Secondo Conflitto Mondiale. Le piene del Lambro potrebbero aver concorso a dissotterrare il residuato dalla terra in cui era sepolto, ma non si esclude che le acque possano averlo trascinato per chilometri, sino al ritrovamento a San Giuliano.
Redazione Web