Marco Toni e la sua soluzione per Genia: «Nessuno in Consiglio mi ha voluto ascoltare»
Dopo aver ripercorso le tappe della nascita di Genia, Toni ha avanzato alcune argomentazioni atte a difenderne l’operato e la gestione. Il Candidato sindaco ha anzitutto parlato degli ingenti investimenti effettuati da Genia, portando ad esempio i 33 milioni di euro circa del triennio 2006/2008, affermando: «Come certifica Paolo Codega, tecnico incaricato da Genia nell’ultimo anno e mezzo, tutte quelle risorse sono servite a incrementare il valore patrimoniale dei beni che sono di proprietà dei cittadini, quindi non sono finiti nelle tasche di nessuno». Riflettendo relativamente alla questione debitoria, Toni ha sostenuto come sia fisiologico che una azienda che si occupa di servizi pubblici locali debba sopportare una esposizione finanziaria perché «se ad esempio si investe 1 milione sulla rete fognaria, non si può rientrare di questo denaro in un anno con le bollette perché queste andrebbero alle stelle e la legge impone di non superare aumenti del 5% annui». Un’ulteriore argomentazione ha riguardato il rispetto dei termini del Patto di Stabilità, che impone ai Comuni di abbassare il proprio debito al di sotto del 12%, ed è stato spiegato come «si è utilizzato Genia come camera di compensazione e di soluzione di molti problemi legati al rispetto del Patto di Stabilità, all’interno del quale molti Comuni non riescono più a rientrare». Toni ha poi illustrato le proposte che erano state presentate dalla sua squadra di Consiglieri per affrontare le difficoltà della multiservizi. Queste, oltre che sulla ricerca di un eventuale socio pubblico che partecipasse al 49%, vertevano sul «liberarsi del ramo di vendita del gas, perché la società non dispone della struttura commerciale necessaria; lo scorporo del patrimonio; il mantenimento della capacità operativa». Tuttavia, come da lui sostenuto, tale piano non sarebbe mai stato preso in considerazione.
Alessandro Garlaschi