Quarant’anni di storia in una ‘rosetta’

Ma in passato lo stesso luogo è stato sede di molteplici attività. Nell’800 c’era un cimitero, anzi per essere più precisi, nel periodo della peste, quel luogo era adibito al lazzaretto, dove appunto si portavano i malati di peste a trascorrere la malattia fino alla morte. Più tardi l’edificio divenne invece un’osteria. “Prima che rifacessimo i lavori di ristrutturazione in tutto l’edificio, c’era una piccola botola che dal piano superiore si affacciava direttamente dal soffitto del negozio –  spiega Cesare - usata molto probabilmente per controllare se entravano i ladri quando il negozio era un’osteria. Un antifurto dei nostri antenati”.
Successivamente i genitori di Carlo Cotti, attuale presidente di Rocca Brivio e regista, aprirono una salumeria, che rimase lì fino al 1949, quando poi decisero di trasferirsi nel negozio di fronte. Infine divenne un panificio, che diventò poi di proprietà Matellini. “Capitò un’occasione – commenta Cesare -. Io e mia moglie abitavamo a Pavia. Mio cognato Luighi, che abitava a San Giuliano, mi informò che c’era il negozio in vendita. Allora decidemmo di intraprendere questa nuova avventura”. Cesare e Tina, presa l’attività, si sono trasferiti da Pavia e il giorno dopo hanno iniziato a lavorare. “Mio fratello Mario – continua Cesare - lavorava in forno da quando aveva 12 anni. Lui era quello con l’esperienza. Quando io ero giovane e tornavo alla sera tardi a casa lo incontravo che andava a lavorare in forno”.
Nel negozio, dopo qualche anno dall’apertura, sarà assunta una commessa di nome Giuliana, che dopo qualche anno diventerà la moglie di Mario.
Nel 1985 il forno verrà chiuso, perché il fratello aprirà un mini market insieme alla moglie. Il panificio a quel punto diventerà solo rivendita. Nel 2007 l’attività è passata ad Alessandro, figlio di Cesare, che quest’anno è stato premiato dal sindaco Gina Greco come cittadino onorario.
“Il lavoro è cambiato nel corso degli anni – ha dichiarato Cesare Matellini – prima si vendeva molto più pane, anche perché era il bene che costava di meno”. La crisi infatti si  è fatta sentire molto anche in questo settore: “Al giorno d’oggi i giovani mangiano poco pane – ha dichiarato Alessandro -, forse perché pensano che faccia ingrassare. Poi i centri commerciali e i grossi supermercati fanno la loro parte, vendendo pane pre-cotto congelato. La gente purtroppo non si rende più conto dell’effettiva qualità del prodotto e pur di spendere meno compra tutto al supermercato”.

Jennifer Marfia