Caso T-Red a Segrate: «I secondi verbali, senza data e ora, sono illegittimi, viziati e vessatori» denuncia Franco Fabietti

Mentre prosegue il processo penale sullo scandalo T-Red - il prossimo 5 dicembre, infatti, avrà inizio il dibattimento al Palazzo di Giustizia di Milano che vedrà sul banco degli imputati Sindaci, Dirigenti di Polizia Locale e società private accusate di essere partner d’affari con gli enti locali -

- così si firma nei comunicati inviati alla redazione - Franco Fabietti, ex comandante dei ghisa segratesi, continua la sua battaglia “civile” in difesa degli utenti deboli della strada.
Ricordiamo che la vicenda T-Red, chiamati in gergo “vampiri rossi”, esplose nel 2006 a Segrate; un vero diluvio universale di multe travolse i cittadini - più di 35mila in pochi mesi – e si estese poi poco alla volta a macchia d’olio in altri Comuni dell’hinterland milanese. Noncurante di una prima denuncia per calunnia e diffamazione, a seguito di una dichiarazione rilasciata a un giornalista, in cui sosteneva che all’incrocio tra la Via Cassanese, la Via Roma e la Via Monzese ci fosse un trucco nel posizionamento del palo che sorreggeva il T-Red, subito archiviata dal magistrato perché “non emergevano notizie di reato”, ancora oggi l’ex comandante in pensione, Franco Fabietti, non fa mistero di certe sue teorie: «È palese ormai che un esercito di Sindaci – afferma con tono deciso – ha scoperto, in questi ultimi anni, di possedere una Banca, chiamata “Polizia Locale”, alla quale ha imposto in modo soft di “fare multe” per ingrassare le casse comunali in sofferenza. L’ho sentito dire anche qualche giorno fa in televisione a Ballarò. Sono sempre più amareggiato e indignato per ciò che ho scoperto e continuo a constatare. Nuove illegittimità, mi riferisco prevalentemente  ai secondi verbali consequenziali di contestazione che, a mio giudizio, sono illegittimi, viziati, ingannevoli e vessatori nei confronti dei numerosi utenti deboli della strada che, in buona fede, non conoscendo in dettaglio gli articoli del codice stradale, finiscono per pagare».
E quale sarebbe il vizio riscontrato questa volta dall’indignato Franco Fabietti? Un problema di date.
Sui verbali da lui esaminati, non solo di Segrate, sarebbe stata omessa la data (giorno, mese, anno), l’ora e la località in cui si è “concretizzata” la violazione all’articolo 126 bis, secondo comma del codice stradale. La data riportata, infatti, è successiva alla data della commessa violazione. La conclusione è semplice: se avessero indicato la data della concretizzata violazione, tutti sarebbero stati in grado di calcolare se la notifica era avvenuta entro il 150° giorno. In caso contrario, il verbale sarebbe caduto in prescrizione e non avrebbero ricevuto l’atto ingiuntivo con relative sanzioni aggiuntive. Affermazioni pesanti che, arrivate all’orecchio di una nota trasmissione televisiva d’inchiesta, hanno nuovamente destato l’interesse su questo caso. Di sicuro nei prossimi giorni ne vedremo di belle.
Cristiana Pisani