Lucchini-Artoni, sospesa l’ordinanza di chiusura

Il Tar accoglie la domanda cautelare della Lucchini Artoni, in constrasto con l'ordinanza firmata dal sindaco Alessandrini.

Risale al 4 aprile scorso la sospensione da parte del Tar, in via cautelativa, dell'ordinanza di chiusura della Lucchini Artoni. Il Presidente della Sezione IV, infatti, con decreto n.487 ha accolto la domanda cautelare dell'azienda rinviando l'aggiornamento del caso all'8 maggio 2012. Secondo le indagini del comandante della Polizia locale, Lorenzo Giona, il ricorso della Lucchini Artoni avrebbe buone probabilità di essere accolto in via definitiva. «Il problema - afferma Paolo Vanoli del Comitato locale "Cittadini e Non Sudditi" - risiede nelle omissioni presenti nell'ordinanza firmata dal sindaco Alessandrini. Se il Sindaco nell’ordinanza avesse introdotto anche le analisi sui fumi effettuate dall’Arpa forse il Tar avrebbe deliberato in altro modo». Dello stesso parere è Paolo Micheli (Segrate Nostra): «L'ordinanza dice che la lavorazione del bitume alla Lucchini Artoni viene sospesa non perché sia accertata come pericolosa ma perché "l'immaginario collettivo" dei residenti crea scenari assai più gravi e compromettenti di quelli finora provati. Vanno invece fatte, ed è possibile, delle analisi dell'aria più accurate e al momento giusto, per rilevare le sostanze pericolose. Secondo noi un'ordinanza così scritta non reggerà al ricorso della ditta che anzi potrebbe essere in grado di chiedere al Comune i danni per la sospensione della lavorazione». Anche Sel, il cui portavoce è Giuseppe di Marzio, polemizza contro il testo dell'Ordinanza, ribadendo il pericolo che l'azienda possa addirittura chiedere i danni al Comune. Sarà un calvario lungo e non privo di colpi di scena quello che i cittadini segratesi dovranno subire prima di avere un definitivo verdetto su questa scomoda situazione che li vede coinvolti. Il Comitato locale "Cittadini e Non Sudditi", però, sta chiedendo ai residenti di scrivere al Sindaco per sollecitare un'azione immediata di contrasto alla "sospensiva" del Tar.

Giancarlo Capriglia