Omicidio-suicidio a San Felice: in ricordo di Egidia Mamoli e Umberto Donda

Ancora sotto shock, increduli e stretti nel dolore gli abitanti di San Felice, quartiere residenziale segratese, dopo il terribile fatto avvenuto lo scorso 5 marzo.

In redazione arriva il comunicato stampa dei Carabinieri: «Questa mattina alle ore 8.00 circa, in Segrate, frazione San Felice, via Prima Strada 12, un domestico filippino, entrando nell’abitazione della famiglia ove prestava servizio, ha trovato un messaggio sulla porta della camera da letto dei coniugi che abitavano nella casa con l’invito a non entrare, ma a chiamare i Carabinieri di Segrate e il figlio. I militari, giunti sul posto, hanno rinvenuto nel letto i cadaveri della coppia, l’uomo del 1937 e la donna del 1946. Da una ricostruzione, poi avvallata dal ritrovamento di tre lettere, è emerso che l’uomo abbia ucciso la donna nel sonno fra le 5 e le 6 del mattino con la pistola Smith & Wesson cal. 38 che deteneva legittimamente. Le motivazioni del gesto sono ascrivibili a un forte stato depressivo in cui l’uomo viveva da tempo anche a causa di una situazione economica non facile».
Difficile da credere per chi negli anni e nei giorni scorsi aveva avuto una frequentazione abituale con Egidia e Umberto. Due persone distinte, gentili, conosciute e stimate in San Felice. Egidia, una bella signora sempre sorridente, aperta, solare, amante degli animali e dei fiori. Chi non ha guardato incantato le cascate di gerani scendere dal terrazzo della sua abitazione al primo piano. Le lunghe passeggiate nei golfi – così si chiamano i prati che dividono le strade del quartiere – con le amiche e le chiacchiere scambiate con la giovialità e la gioia di vivere che la contraddistinguevano.
E poi Umberto, considerato da tutti, in Prima Strada soprattutto, il massimo esperto nelle questioni di “riscaldamento”. Lui che, da anni, si interessava dei problemi riguardanti la centrale termica, faceva parte della Commissione Calore, tutti si fidavano della sua esperienza e lo avevano delegato a rappresentarli a tutela dei loro interessi.
Poche parole, ma molto significative, si leggono sul sito www.sanfelice.it a commento di questa tragedia che ha investito l’intera comunità sanfelicina che in questo momento di dolore si stringe in un abbraccio cristiano. In un quartiere, San Felice, da molti vissuto come oasi felice, accadono anche tragedie come questa che, in un clima di profonda crisi generale, ci toccano e ci devono far riflettere: «Il tragico fatto di sangue avvenuto nella Prima Strada del nostro quartiere ha addolorato tutti. Certamente chi conosceva personalmente Egidia e Umberto, ma anche gli altri abitanti di San Felice, sta vivendo un giorno molto triste. Non ci dilungheremo nel riferire quanto già è stato raccontato da radio, televisioni, internet. Questo è stato, purtroppo, l’argomento di conversazione principale al centro commerciale, in biblioteca, in parrocchia e nelle strade. Ci limitiamo nel registrare il senso di pietà, di umana comprensione e, ripetiamo, di dolore che la morte di queste persone ha suscitato. Qualcuno, alla notizia, s’è fatto il segno della croce. Per chi ha fede è il commento più significativo. L’unico di fronte a questo omicidio-suicidio».
Cristiana Pisani