Ritardi nell’apertura del rondò di San Felice

Brebemi rotatoria di San Felice

La Brebemi continua a far parlare di sé, meglio dire, accende ancora forti polemiche e infiamma gli animi di tutti quei cittadini che, con ansia, il 10 settembre attendevano “l’inaugurazione” della rotatoria di San Felice e invece sono rimasti delusi. Ancora oggi, infatti, il ricongiungimento San Felice-Segrate-Milano risulta difficoltoso, lunghe code bloccano la Rivoltana soprattutto nelle ore di punta. Il “giro dell’oca” obbligatorio fino alla rotonda della “donna che piange” è diventato routine, ma questo non significa che i cittadini non avvertano più un forte disagio. «Si sa, alla fine, soluzioni alternative per arrivare in tempo al lavoro o puntuali a scuola si trovano sempre - commenta una mamma di San Felice -, ma a che prezzo!». Vediamo ora di capire il perché del ritardo nell’apertura del rondò. «Questione di sicurezza – ha dichiarato il Comandante della Polizia locale di Segrate gli incroci e gli attraversamenti della Rivoltana sono troppo pericolosi, la rotatoria è cieca e poco sicura, al momento non ci sono le condizioni per aprirla». Tutto questo non era prevedibile? Pare di no. «Non è semplice realizzare un’opera a ridosso di un cantiere – commenta l’architetto Airato, responsabile a Segrate della Sezione Progettazione Opere Pubbliche e Manutenzione Strade –, non dimentichiamo che nel progetto iniziale di Brebemi questa rotatoria non era prevista, è stata inserita dopo, su nostra richiesta, per contenere i già pesanti disagi. Ormai è questione di pochi giorni – forse all’uscita del giornale sarà già operativa, ndr –, chiediamo di avere ancora un po’ di pazienza. Stiamo studiando soluzioni (la semaforizzazione, con telecamere, degli incroci e il potenziamento della segnaletica) per migliorare la visibilità per chi esce dal rondò. Serve anche la collaborazione degli automobilisti – continua Airato , le auto provenienti dall’Idroscalo e da Pioltello, infatti, sfrecciano senza rispettare la segnaletica e il limite di velocità di 30 Km/ora. La settimana scorsa non era stata messa alcuna indicazione che le due stradine a lato cantiere, già asfaltate, fossero aperte, nonostante ciò, qualcuno ha deciso di utilizzarle e si è verificato un incidente». Al momento è stato ripristinato solo il passaggio pedonale, regolato dal semaforo a chiamata, che permette di raggiungere la stazione ferroviaria di Segrate. Il problema Brebemi, come abbiamo già detto in altre occasioni, non interessa solo il territorio di Segrate. I disagi gravano anche su San Bovio – frazione di Peschiera Borromeo – e su Le Residenze Malaspina, in territorio di Pioltello. Così, a fine luglio, i vari comitati cittadini (Comitato per la via Rivoltana, Comitato per Tregarezzo, Associazione Residenti Malaspina e Associazione Quei Bovi di San Bovio) hanno raccolto più di duecento firme chiedendo di incontrare i rappresentanti delle amministrazioni, i vertici Bbm e Brebemi e l’assessore provinciale alla Mobilità e Trasporti Giovanni De Nicola. L’incontro, avvenuto il 13 settembre a Pioltello, ha visto una buona partecipazione di cittadini. Le novità? Poche, solo qualche rassicurazione. Per il quartiere di Tregarezzo, l’ingegner Englaro, responsabile del cantiere, e l’ingegner Del Balzo, del consorzio Bbm, si sono impegnati a verificare sul campo, alla presenza del rappresentante del comitato, le misure riportate sui disegni esecutivi. In merito poi alla possibilità di interventi in contemporanea sulle tre rotatorie (San Felice, Pioltello e Tregarezzo), queste le inequivocabili parole dell’assessore De Nicola: «I lavori sulla rotatoria di Tregarezzo inizieranno solo quando saranno finiti quelli sulle altre due. Siamo ben consci dei disagi e le necessità di Brebemi, per noi, vengono dopo i diritti dei cittadini». Altra nota dolente, per la famosa “bretellina” di collegamento tra l’Idroscalo e la Mirazzano-Vimodrone, valvola di sfogo di parte del traffico della Rivoltana, c’è ancora da aspettare. Pare non molto, si attende il benestare dei Beni Culturali e Paesaggistici. Come concludere allora? Spostando ancora in avanti la linea del traguardo.

Cristiana Pisani