Segrate, morte di Francesco Mazzacane, salgono a due gli indagati, disposta una doppia perizia sulla caldaia del residence Linate di Novegro

Il nuovo Pm titolare del fascicolo ha proceduto ad un’altra iscrizione nel registro degli indagati e ha disposto una perizia tecnica sull’impianto per rilevare e quantificare il monossido di carbonio emesso e anche la rilevazione delle impronte digitali per escludere manomissioni dolose

Nel riquadro Francesco Mazzacane

Nel riquadro Francesco Mazzacane

Gli indagati salgono a due e sarà vivisezionata da cima a fondo la caldaia del residence Linate di Novegro di Segrate (Mi), dove il 9 novembre 2022 è tragicamente deceduto, ad appena 24 anni, Francesco Mazzacane, per intossicazione acuta da monossido di carbonio come ha confermato l’autopsia, ed il suo compagno, Pietro Caputo, di 21 anni, si è salvato solo per miracolo dopo aver passato giorni in ospedale in coma tra la vita e la morte: quest’ultimo e i familiari della vittima sono entrambi assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e della tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. penalista Laura Carla Bastia, del Foro di Milano.
Importati sviluppi nel procedimento penale per le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose personali gravissime che adesso è passato in capo al Pubblico Ministero della Procura di Milano dott.ssa Isabella Samek Lodovici, a cominciare del numero delle persone iscritte nel registro degli indagati: a C. G. G., 59 anni, di Segrate, il legale rappresentate della struttura ricettiva di via Carducci 7 dove i due giovani napoletani (di Torre del Greco Mazzacane, di Torre Annunziata Caputo) alloggiavano da alcuni giorni, si è infatti aggiunto anche I. G., 40 anni, di origine moldava ma residente a Pioltello (Mi). Un’iscrizione collegata evidentemente all’attività svolta da quest’ultimo sulla caldaia ed effettuata dal magistrato inquirente anche come atto dovuto per consentirgli di nominare eventuali consulenti di parte per gli imminenti accertamenti tecnici non ripetibili.
Il magistrato, infatti, ha disposto una doppia perizia tecnica in primis per verificare, appunto, lo stato di installazione e manutenzione della caldaia, anche con riguardo, in particolare, al collegamento del tubo di fuoriuscita dei fumi, nonché per rilevare e quantificare il monossido di carbonio emesso e la sua propagazione nella stanza occupata dai due giovani, la camera numero 68: l’incarico è stato affidato al Nucleo Investigativo Antincendio dei Vigili del Fuoco che inizieranno il loro lavoro venerdì 23 dicembre 2022, alle 10.30, nei locali in questione. Alle operazioni peritali parteciperà anche l’ing. Alberto Mariani di Trezzano sul Naviglio quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., a cui si sono rivolti, attraverso il consulente legale dott. Vincenzo Carotenuto, i congiunti di Mazzacane e il giovane Caputo.
Non solo. La dott.ssa Lodovici, prima di avviare queste attività peritali, ha ordinato un previo e ulteriore accertamento, che inizierà alle 9.30 della stessa giornata, finalizzato a rilevare tutte le impronte digitali latenti presenti nell’intero locale caldaia e, soprattutto, nell’impianto, posto fin da subito sotto sequestro dai carabinieri di Segrate: rilievi delegati al Nucleo Investigativo-7 Sezione Investigazioni Scientifiche, del comando provinciale dei carabinieri di Milano. Chiaro lo scrupolo da parte del Pm di verificare tutti coloro che vi hanno, appunto, “messo le mani”, anche per escludere qualsiasi ipotesi di manomissione dolosa.
La mamma e il fratello più piccolo di Francesco Mazzacane, che aveva trovato da poco impiego al supermercato della Esselunga in via Washington, a Milano, e che si era quindi stabilito presso il residence Linate, si aspettano verità e giustizia dall’inchiesta, che vengano accertate e perseguite tutte le responsabilità nella tragedia, e lo stesso vale per Pietro Caputo, che è sì sopravvissuto ed è tornato a casa dall’ospedale Fatebenefratelli, dov’era stato trasportato in condizioni disperate, ma che non è ancora fuori dal tunnel e deve sottoporsi a continui cicli di terapia in camera iperbarica per cercare di recuperare quanto più possibile della funzionalità dei suoi polmoni.