Settala, uccide la moglie davanti alla figlia: per il giudice «fermo intento omicida e indifferenza alla tragedia»
Il gip convalida l’arresto di Khalid Achak: «Non ha mostrato pentimento, non ha chiamato i soccorsi. Se libero potrebbe colpire ancora»

Fiori che sono stati deposti davanti al portone dello stabile dove di è consumata la tragedia
Aveva una "fermezza nella volontà" di uccidere e ha mostrato “indifferenza verso la tragedia generata”, al punto da non chiamare neppure i soccorsi dopo aver colpito la moglie con almeno quindici coltellate. È con queste motivazioni che il giudice per le indagini preliminari di Milano, Emanuele Mancini, ha convalidato l’arresto di Khalid Achak, 50 anni, disponendone la custodia cautelare in carcere per l’omicidio pluriaggravato di Amina Sailouhi, la moglie 43enne uccisa sabato 3 maggio a Settala. A dare l’allarme, infatti, non è stato l’uomo, ma la loro figlia di 10 anni, testimone della violenza consumata in casa. Nell’ordinanza, il gip sottolinea l’“inusitata violenza” dell’aggressione, compiuta davanti alla bambina, e ricorda anche la denuncia presentata da Amina nel 2022, in cui aveva raccontato episodi di maltrattamenti già avvenuti all’interno delle mura domestiche. Nonostante le evidenze raccolte dai Carabinieri e la gravità dell’accaduto, l’uomo ha cercato di difendersi durante l’interrogatorio, sostenendo di non aver avuto intenzione di uccidere, perché “la vita non si toglie”, e tentando di ribaltare la narrazione: si sarebbe sentito provocato e minacciato dalla moglie. Secondo il giudice, però, queste dichiarazioni non solo non mostrano alcun reale pentimento, ma indicano una totale mancanza di consapevolezza. Una condizione che fa temere il rischio concreto di future condotte violente. A rafforzare questo timore, le testimonianze raccolte tra i vicini di casa: descrivono Khalid come un uomo incline a perdere il controllo, soggetto a scatti d’ira e comportamenti aggressivi. L’accusa a suo carico è di omicidio pluriaggravato, anche dai futili motivi: con queste aggravanti, l’uomo rischia l’ergastolo. Intanto, la comunità di Settala resta scossa, e la figlia, affidata ai familiari materni, è chiamata a convivere con un trauma indelebile.