Tribiano: grazie alle cure Stefano sta meglio

La terapia a base di cellule staminali ha attutito i sintomi della sindrome di cui è affetto
Stefano D’Errico: un viaggio e una sola speranza. Quella di potere guarire. Stiamo parlando della storia di un bambino di soli 12 anni, affetto fin dalla nascita dalla sindrome di West.

Malattia che lo ha sempre limitato nei movimenti e anche nel linguaggio, con crisi giornaliere. Una vita, però, piena di amore e di speranze per i genitori, tuttora in causa con l’ospedale che provocò al piccolo, ancora nella pancia della mamma, questa malattia quasi incurabile. Da più di un anno la famiglia D’Errico si è impegnata in una lotta contro tale patologia, scegliendo una strada alternativa: le cellule staminali. 224558_254878871206080_112572805436688_1000037_61600_nUna cura che, a tutt’oggi, non è possibile praticare in Italia e che ha costi molto elevati. Circa due anni fa i genitori di Stefano decidono, allora, di iniziare questa corsa verso il viaggio della speranza e della guarigione. Verso la Thailandia. La raccolta di fondi, con gli eventi associati, la nascita del comitato e di tutto quello che c’è attorno al piccolo tribianese è solo una parte della grande organizzazione che ha permesso alla famiglia D’Errico di potere partire, circa un anno fa, per il primo viaggio a Bangkok e per il primo trapianto di cellule staminali. Viaggio andato bene e seguito da fisioterapia e agopuntura qui in Italia. Dopo il primo viaggio la famiglia riesce ancora a partire verso quel Paese orientale oramai tanto amato. Il secondo viaggio prende il via il 31 luglio, con rientro il 28 agosto. «Questo è stato l’ultimo nostro viaggio in Oriente – spiega il papà di Stefano, Amedeo –. Non per nostra volontà ma perché dopo due sedute così intensive di trapianto di cellule staminali non se ne fanno più. Noi però siamo molto soddisfatti di come sono andati entrambi i viaggi. Stefano è sicuramente migliorato. Anche le sue crisi giornaliere sono diminuite. Noi siamo pieni di gioia, ovviamente, per questo grande risultato. Non possiamo fare altro che ringraziare tutti quelli che, anche solo con un piccolissimo contributo, ci hanno dato una mano, perché senza il loro aiuto questa ennesima tappa per garantire un futuro migliore per il nostro campioncino non sarebbe stata raggiunta».

Jennifer Marfia