Tribiano, l’avanzata della TEM svela una fornace: «Non passate sotto silenzio questi ritrovamenti»
Mattoni medioevali ed embrici di età romana. L’opera di sminamento dispiegata dai cantieri di Tangenziale Esterna Milano S.p.a. riporta in superficie la storia.
I campi a ridosso della frazione lanzanese di Tribano, dove è attualmente visibile lo sbancamento di terra e il reticolato rosso, hanno svelato la presenza, a 50 centimetri dal suolo, di fossi, buche e pozzetti riempiti con antichi materiali di scarto. E di una fornace. Trentadue persone si sono recate oggi sul posto alle 11:00, guidate dal Coordinamento No Tem, con l’obiettivo di svolgere un sopralluogo di carattere storico e partecipativo.
«Da qualche parte, qui sotto, c’è un insediamento antico che ospitava attività artigianali – ha spiegato Mauro Manfrinato, archeologo e membro dell’associazione Italia Nostra Sud Est Milano –. Ma non se ne faccia una questione politica. Piaccia o no, una fornace o un reperto archeologico non possono fermare un’autostrada». Il programma è preciso: «Non facciamo passare sotto silenzio questi ritrovamenti. Bisogna capire sotto l’autorità di quale Comune ricadono – è l’esortazione di Manfrinato – per esporli in una mostra a beneficio di scuole e studenti. Altrimenti tutto finirà negli archivi della Sovrintendenza».
Illuminante l’intervento del professor Ercole Ongaro, che ha reso ragione della misteriosa bellezza della contrada lodigiana e sud est milanese. «Il più grande monumento del Lodigiano sono i suoi campi – è stata la ricostruzione di Ongaro –. Le fornaci sono sul territorio da sempre. Risalgono all’epoca romana e divennero fondamentali dopo il Mille per cuocere i mattoni ricavati dai filoni di argilla, non essendo questa zona ricca di pietra, per fabbricare i ‘tegoloni’ conservati nel Museo di Lodi. Lo testimonia l’affresco sulla Volta dei Bovari nella chiesa di San Bassiano, che raffigura quattro carri, due caricati di travi e due di mattoni: le corporazioni finanziavano la costruzione di chiese e fornivano i materiali edilizi. Tra il Cinquecento e il Settecento – ha continuato Ongaro – la presenza delle fornaci è stata essenziale per la fioritura della ceramica lodigiana. Sono reperti, le fornaci, che documentano tutta un’attività di ingegneria e di investimenti da parte di enti pubblici ed enti morali per progettare l’architettura del paesaggio, in un’epoca in cui c’era lungimiranza e si pensava, persino nei contratti di affitto delle terre, al futuro».
Loda l’iniziativa Massimo Gatti, consigliere della Provincia di Milano presente al sopralluogo. Che lancia un appello: la sospensione dei lavori dell’autostrada per riformulare le priorità. Gatti ha mandato infatti un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale.
Marco Maccari




