2 giugno 1946, così nasceva la Repubblica Italiana

Il governo De Gasperi, procede con cautela riuscendo nel giro di pochi mesi a organizzare uno dei momenti più importanti della storia italiana: le elezioni per l’Assemblea costituente e il referendum istituzionale

Alcide De Gasperi

Alcide De Gasperi

A cura di Petra di Laghi

«Oggi la benzina è rincarata
È l'estate del '46
Un litro vale un chilo d'insalata
Ma chi ci rinuncia?
A piedi chi va?
L'auto: che comodità!»

Risuonano perentorie le parole di Paolo Conte che in sole poche righe, nella canzone La Topolino Amaranto (1975), descrivono perfettamente il panorama italiano nell’anno della svolta, del riscatto e della rinascita dell’Italia: il 1946.
L'Italia del secondo dopoguerra appena uscita dal fascismo, ancora occupata dalle truppe alleate, economicamente distrutta, scossa da tensioni e da violenze guarda al futuro ed è pronta per nuovi cambiamenti.
Come quel «giovanotto che ha la macchina, ha la donna, ma che non può fare a meno di guardare intorno al di fuori della sua auto, ai lati della strada, e vedere i danni della guerra» (Gabrielli 2009, p. 15) l’Italia è pronta a ripartire, a ripartire da sé stessa e da quanti hanno creduto in lei e per farlo dunque anche lei deve darsi un nuovo look.
I mesi seguenti al 25 aprile e alla “liberazione” sono caratterizzati dai tentativi dei partiti che hanno fatto parte del Comitato di liberazione nazionale per creare e formare il nuovo governo. Coalizioni provvisorie di ampio respiro, che includono anche socialisti e comunisti, portano dapprima in giugno al governo del capo partigiano e dirigente del Partito d’Azione, Ferruccio Parri, ma dall’inverno 1945 a dominare la scena politica italiana per tutto il successivo dopoguerra sarà un altro partito fino ad allora rimasto più “nell’ombra”.
Il 10 dicembre 1945 verrà infatti nominato un nuovo governo di ampia coalizione presieduto dal partito di maggioranza della Democrazia cristiana il cui dirigente è Alcide De Gasperi. Il nuovo governo, più moderato e meno incline a soluzioni estremiste nel caso dell’epurazione, procede con maggiore cautela riuscendo nel giro di pochi mesi a organizzare uno dei momenti più importanti della storia italiana: le elezioni per l’Assemblea costituente e il referendum istituzionale del 2 giugno 1946.
Repubblica o monarchia? Veniva chiesto agli italiani nel primo referendum e nelle prime elezioni italiane a suffragio universale, con voto diretto, libero e segreto. Certo non tutte le regioni partecipano – mancano all’appello i 13 seggi previsti per la Circoscrizione XII (Trieste e Venezia Giulia-Zara), oltre ai 5 della provincia di Bolzano – e seppur le cronache parlassero della «disciplinatezza con cui gli elettori e le elettrici risposero all’appello, – scriveva la Civiltà cattolica – la paziente attesa di ore e ore sotto il dardeggiare del sole estivo, la compostezza delle fila, l’assenza di ogni contesa tra persone di contrastanti idee, che marciavano gomito a gomito verso la sospirata cabina» (Sale 2003, p. 75) il clima fu particolarmente teso.
Già in maggio, il vecchio re Vittorio Emanuele III aveva abdicato a favore del figlio Umberto II, ma i filomonarchici non hanno un partito e la loro immagine è fortemente danneggiata dalla propaganda di sinistra che li incolpa non solo di aver sostenuto per vent’anni il regime dittatoriale fascista, ma anche di aver abbandonato il regno in balia di sé stesso dopo la firma dell’armistizio con gli angloamericani.
A nulla valse così a quell’ultima «fellonia di una casa regnante di fedifraghi» – come li definì Palmiro Togliatti – appellarsi al fatto che le urne di centinaia di migliaia di prigionieri in attesa del rimpatrio, nonché i cittadini della Venezia Giulia e dell’Alto Adige non avrebbero partecipato.
La mattina del 2 giugno venne e gli italiani scelsero.
Allo stemma sabaudo nella scheda del referendum gli italiani preferirono l’immagine dell’Italia turrita dando vita finalmente alla nuova Repubblica.
I 12 717 923 voti a favore della repubblica (54,3%) contro i 10 719 284 per la monarchia (45,7%), sancirono il nuovo assetto istituzionale dell’Italia che veniva comunicato il 10 giugno 1946, dalla Corte di cassazione che, dopo 85 anni di regno, dichiarava la nascita della Repubblica Italiana.
Dott.ssa Petra Di Laghi

Dott.ssa Petra Di Laghi Storica, divulgatrice, ricercatrice