75 anni fa il martirio della “nostra” Norma Cossetto, Medaglia d' oro al merito civile alla memoria, la cui storia appartiene a tutto il popolo italiano

Strappata nel 1943 alla vita dalla barbarie slava, figlia di un odio atavico che mirava a sradicare l'italianità dall'intera Venezia Giulia

Norma Cossetto

Norma Cossetto Nata a Santa Domenica di Visinada, 17 Maggio 1920 - Assassinata a Antignana o foiba di Villa Surani, 4 o 5 ottobre 1943

4 ottobre 1943 - 4 ottobre 2018

«A te, Norma, giovane fanciulla innocente, fiore purissimo dell'Istria, martire dell'italianità, il nostro pensiero in questo giorno. Con il tuo sangue bagnasti la sacra terra istriana, fecondandola con il tuo sacrificio.  Il tuo spirito luminoso, liberatosi dall'oscuro abisso della foiba, illumini sempre la nostra via e sia per noi simbolo e guida».
Ricorre oggi il martirio della nostra Norma, strappata alla vita dalla barbarie slava, figlia di un odio atavico che mirava a sradicare l'italianità dall'intera Venezia Giulia. "Nostra" perché la storia di Norma appartiene all'intero popolo italiano ed è indissolubilmente parte del grande libro della millenaria storia italica. Eretta a simbolo della tragedia vissuta dal popolo giuliano-dalmata, Norma rimarrà sempre un faro luminoso nella vita di ogni autentico patriota.
Il 26 settembre 1943 un partigiano di nome Giorgio si recò a casa dei Cossetto convocando Norma al Comando partigiano nell'ex caserma dei Carabinieri di Visignano. Il comando partigiano era composto da partigiani comunisti sia italiani sia slavi. Qui dopo essere stata interrogata, le fu poi richiesto di entrare nel movimento partigiano,   proposta che Norma rifiutò.  A quel punto Norma fu rilasciata.

Il giorno successivo il 27 settembre Norma fu arrestata dai partigiani insieme ad ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo assieme ad altri parenti, conoscenti ed amici tra i quali Eugenio Cossetto, Antonio Posar, Antonio Ferrarin, Alda Riosa vedova Mechis in Sciortino, Maria Valenti, Umberto Zotter ed altri, numerosi abitanti di San Domenico, Castellier, Ghedda, Villanova e Parenz. I prigionieri furono tutti confinati nella ex caserma della Guardi di Finanza a Parenzo. Qui fu raggiunta dalla sorella Lidia che tentò inutilmente di ottenerne il rilascio. Un paio di giorni dopo i tedeschi occuparono Visinada così i partigiani sentendosi minacciati, in nottata a bordo di un autocarro, trasferirono tutti i prigionieri nella scuola di Antignana  trasformata in prigione. Nella scuola di Antignana, Norma fu separata dagli altri prigionieri. Tra il primo e il 4 ottobre Norma, legata nuda ad un tavolo, fu sottoposta a sevizie e stuprata  dai suoi carcerieri. Secondo alcune testimonianze erano 17.

L'episodio della violenza carnale fu poi riferito da una donna abitante davanti l'ex caserma, che, attirata da gemiti e lamenti, appena buio osò avvicinarsi alle imposte socchiuse vedendo Norma legata al tavolo.
«Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all’addome…. Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l’abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”».
Lucia Cossetto sorella di Norma.
Giulio Carnevale