Milanesi, bergamasche e non solo: quante carte da gioco lombarde esistono?

Le carte da gioco continuano ad essere ancora oggi strumenti essenziali per l’intrattenimento italiano, anche se il web e le attrazioni digitali sono diventate all’ordine del giorno. Non è un caso se alcune di esse riguardano proprio alcuni giochi di carte famosi, come si può notare con le app sul poker o con il blackjack in modalità live online. Non sono soltanto le chicche di Las Vegas, però, a catturare l’interesse degli italiani. Lo Stivale vanta infatti una forte tradizione ludica anche per quanto riguarda le carte e numerosi sono i mazzi regionali che circolano tuttora lungo il territorio nazionale. In regioni come la Lombardia ne esistono addirittura di vari tipi.

In genere, le carte regionali presentano 4 semi come quelli francesi, ma a differenza di cuori, quadri, picche e fiori si ha a che fare con denari, coppe, spade e bastoni. Le carte lombarde si suddividono principalmente in milanesi, bergamasche e bresciane. Le prime si distinguono proprio per l’impiego dei semi francesi e sono di dimensioni piuttosto minute, il che non ha portato comunque a sacrificare il dettaglio delle raffigurazioni stilistiche, piene di simbolismi della cultura lombarda. Per chi cerca un tipico mazzo regionale italiano, forse quello milanese è il meno consigliato, perché i particolari peculiari che saltano all’occhio sono abbastanza ridotti.

Le carte bergamasche si caratterizzano per la presenza di figure a 2 teste. I mazzi possono contenere 40 o 44 carte, ma sembra che in passato ne esistessero anche esemplari da 36. Alcune carte sono entrate nell’immaginario collettivo per disegni o scritte specifici. Nell’asso di bastoni è possibile apprezzare il motto “Vincerai”, mentre quello di coppe rappresenta una specie di fontana, in riferimento agli stemmi della dinastia degli Sforza. Il mazzo bresciano, invece, è l’unico a contare 52 carte e ad adottare nel contempo i simboli regionali: queste carte vengono impiegate soprattutto per la cicera bigia, un gioco locale. Oltre che ad apparire sproporzionate, le figure godono di veri e propri soprannomi dialettali, come nel caso del 4 di spade conosciuto come “margì”.

Insomma, le carte lombarde si rivelano ben presto piene zeppe di curiosità e retroscena, ma quando sono nate esattamente? A quanto pare non è possibile fornire una risposta precisissima a questo quesito, ma è possibile collocare la creazione di questi mazzi regionali intorno al 1377. Tutte le carte utilizzate al Nord e non solo in Lombardia hanno sempre raffigurato delle scimitarre piuttosto che delle vere e proprie spade, così come degli scettri anziché dei classici bastoni, forse come ulteriore rimando alla classe nobile che un tempo imperava su Milano e dintorni. Per i lombardi le simpatiche tessere rettangolari costituiscono una vera e propria passione, forse addirittura un’ossessione: da queste parti c’è stato anche chi ha speso ingenti somme per farsi leggere le carte. Che si tratti di carte da gioco o cartomanzia, il fascino dell’araldica e dei simbolismi attecchisce al Nord come al Sud.

Oggi le carte regionali rappresentano un elemento fondamentale del folklore italiano e alcuni mazzi sono fortemente ricercati dai collezionisti. Non si tratta comunque di oggetti di nicchia, in quanto vengono regolarmente impiegati anche in tornei ufficiali. Di recente è stata organizzata persino una mostra sulle carte da gioco presso il Castello Sforzesco, a Milano. La loro diffusione al di fuori dei confini nazionali, tuttavia, rimane alquanto limitata, il che ne aumenta però anche il semplice valore affettivo da parte degli italiani.