Schiavazzi: «Le 20 tele di Carla Bruschi sulle nuove povertà visualizzano il contenuto delle due encicliche di Papa Francesco» |Video|

Il noto gornalista vaticanista commenta la nota del Santo Padre inviata al Convegno sulla Solidarietà: «il Papa interviene spesso e in molti luoghi in molti contesti. Non era mai intervenuto in Borsa»

Piero Schiavazzi e Carla Bruschi

Piero Schiavazzi e Carla Bruschi Presso la B.I.G. Borsa Italiana Gallery

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Schiavazzi: «Il volto di un povero spiega il mistero dell'universo»

Lunedì 18 settembre 2023 alle ore 17:00 a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, si è tenuto l’evento “Solidarietà - categoria giuridica, economica, morale e statistica” dedicato alle nuove povertà del mondo moderno, organizzato dall’On. Avv. Cristina Rossello, Responsabile Nazionale del Dipartimento Politiche dell’Unione Europea. Contestualmente al convegno c’è stata l’inaugurazione della Mostra denuncia “Il Silenzio degli Ultimi” realizzata dalla poliedrica artista Carla Bruschi che negli ultimi anni con le sue opere ha denunciato le contraddizioni del mondo moderno, dalla violenza sulle donne, al rapporto della società occidentale con “gli ultimi”. Il Convegno è stato interrotto, quando agli organizzatori, nel tardo pomeriggio, è arrivato il messaggio di Papa Francesco. Il Santo Padre ha impartito la sua Solenne Benedizione a tutti i partecipanti:

 «In occasione del convegno dal titolo 'Solidarietà, categoria giuridica, economica, morale e statistica’, che si svolge oggi a Milano, presso il Palazzo Mezzanotte, il Santo Padre invia il suo beneaugurante saluto ed esprime sincero apprezzamento per tale importante evento volto a rinsaldare i perenni valori umani e cristiani, quali fondamento di una civitas amoris aperta all'accoglienza ed edificata sulla fraternità. Il Sommo Pontefice incoraggia a perseverare nell'impegno a favore della difesa della dignità umana e ad essere testimoni viventi del Vangelo della carità verso i fratelli segnati da ogni forma di sofferenza. Con tali sentimenti Papa Francesco invoca la materna protezione della Vergine Maria e di cuore invia a quanti aderiranno alla singolare iniziativa, la desiderata benedizione apostolica», questo il testo Inviato dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità.

Fra i relatori del Convegno anche il professor Piero Schiavazzi, giornalista, docente universitario e organizzatore di eventi. Vaticanista di Huffington Post e Limes, collaboratore di Milano Finanza. Professore straordinario di Geopolitica Vaticana (primo insegnamento in Italia con tale denominazione) dell’Università Link e docente dell’Istituto Universitario di Studi Europei. Su incarico del Ministero degli Esteri ha curato un ciclo di conferenze in quaranta città del mondo, inaugurate a Cracovia e Buenos Aires alla presenza dei Cardinali Ratzinger e Bergoglio. Ha ideato e condotto grandi eventi televisivi dal Vaticano. Autore del testo, in versi latini, dell’inno Mater Iubilaei. A margine del Convegno, Taacnews.it l’ha incontrato.

«Nella enciclica “Laudato Si”: i poveri gemono, - spiega il noto vaticanista Piero Schiavazzi - comincia con il grido dei poveri, natura e storia si degradano e gridano, piangono insieme, è l'ora della verità e il tempo sta scadendo. Sta per uscire un nuovo documento del Papa. La cosa che sorprende non è tanto l'intervento del Papa, il Papa interviene spesso e in molti luoghi in molti contesti. Non era mai intervenuto in Borsa. Questo è il dato. Cioè che il Papa intervenga in diretta in borsa, fa salire immediatamente le azioni per rimanere in analogia di questo convegno, perché non è vero che ci sia un pregiudizio nei confronti della finanza in quanto tale. C'è un pregiudizio forte, un post, anzi giudizio forte, nei confronti della finanza, quando la finanza pretende di andare da sola e pretende di essere scienza l'egibus soluta, cioè sciolta da una sovranità dell'etica, senza la quale la finanza stessa non riesce ad assolvere al proprio compito, che è quello di moltiplicatore. Ricchezza e se c'è uno scopo, se c'è la tecnica è un mezzo. Quando la tecnica invece si erge a fine, comprime gli spazi della libertà e dell'economia. La tecnica è un mezzo, ricorda Papa Francesco, attraverso il quale l'uomo partecipa al proprio compito di prosecutore della creazione, quando invece la tecnica gli sfugge di mano no. Questo paradigma perverso che è quello della alleanza, della tecnica e della finanza che pretendono di fare da sole. Espropriano l'economia del proprio ruolo. Il Papa invita tutti a riprendersi questo ruolo, nell'interesse dell’economia. Questa è la partita del futuro e cioè una sovrastruttura che si viene a creare, che è fatta dalla tecno finanza il paradigma, così lo chiama Bergoglio, il paradigma tecnocratico che espropria la politica, la vera specie oggi in estinzione – afferma Schiavazzi - è la politica, che è estinta, perché è espropriata dalla finanza. Questa improprietà di rapporti solleva le ire di Papa Francesco».

Il pensiero del professor Schiavazzi sulle opere di Carla Bruschi:

«Sono state  rappresentate le due encicliche, perché là “Laudato si” che tutto il mondo conosce, finisce all'ultimo paragrafo dopo che il Papa ha descritto come nessun altro predecessore, gli ecosistemi, le barriere coralline, le foreste pluviali. Eppure poi conclude dicendo: “Sì, ma nulla come il volto di un povero come il volto di un diseredato, spiega il mistero dell'universo”. Molto più delle barriere coralline di un cielo stellato. Poesia, è un'enciclica poetica. Delle catene alpine, delle catene delle Ande, il Papa sudamericano, volto di un povero esprime in sé e manifesta il mistero dell'universo. La seconda enciclica, quella meno poetica e più politica che è “Fratelli tutti”, che è del 2020, comincia allo stesso modo: sulla via che scende da Gerusalemme a Gerico, dove c'è abbandonato l'uomo picchiato a morte dai briganti. Passa il sacerdote e tira avanti, chi si ferma è il samaritano che era l'impuro, che era quello scacciato e quindi anche una lezione, uno schiaffo morale per la chiesa del tempo, per la cassa sociale del tempo. Quindi sia “Laudato si” che la enciclica “Fratelli tutti,  una finisce, l'altra comincia, con la contemplazione di un volto disperato, dei feriti e degli emarginati, messi ai margini di questo mondo. Quindi in questo senso c'è poco da dire in più su questa mostra che visualizza quello che è il contenuto delle due encicliche. Nessuno ha mai pensato di fare una Mostra artistica per far vedere venti poveri che rappresentano, venti nuove povertà. Con coraggio poi, perché alcune tele sono molto dure», conclude l'esperto vaticanista.