San Donato Milanese, Cascina Roma, "Emozione India" è la mostra fotografica che racconta i volti della quotidianità indiana

Dal 10 al 25 giugno Cascina Roma ospiterà il lavoro di Attilio Tripodi, fotografo che ha esposto in moltissime mostre e festival di diverse città italiane

Il Tempio del Profondo Credits: Attilio Tripodi

Redazione

05 giugno 2023

Cultura

San Donato

Dal 10 al 25 giugno, il fotografo Attilio Tripodi presenta "Emozione India", una mostra fotografica ospite degli spazi espositivi di Cascina Roma a San Donato Milanese. Protagonisti di questo reportage sono i volti e le espressioni di persone incontrate da Tripodi durante i suoi numerosi viaggi nello stato indiano. In occasione dell'inaugurazione che si terrà sabato 10 giugno alle 17:30, si potranno ascoltare dei kirtan (canti devozionali indiani) con Tantra Yoga Ensemble.

Rifugio e vulnerabilità Credits: Attilio Tripodi

Attilio Tripodi è un art director freelance che lavora per la pubblicità, il graphic design, il packaging e l’editoria da oltre 40 anni. Da sempre appassionato di fotografia, ha esposto le sue opere in moltissime città italiane, partecipando inoltre al Festival Internazionale di Fotografia “Foto&Photo” di Cesano Maderno (MB), “Immagimondo” di Lurago d’Erba (CO) e a due edizioni di “Fotografia Europea” di Reggio Emilia. Inoltre, ha pubblicato quattro volumi che fanno da catalogo alle raccolte fotografiche "Da lontano", "Da vicino", "Namasté" e "Temporary solitudes".

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Meditando sul da farsi Credits: Attilio Tripodi

«Ovunque, in India, si respira l’aria dell’emozione. Ovunque, in India, tutto concorre a stimolare i sensi e, nel bene e nel male, la sua immagine si presenta a noi così carica e piena che, a volte, risulta addirittura insopportabile nella sua contraddittoria bellezza. È incredibile per un occhio e una mentalità occidentali, tutto ciò che accade nella frenetica, apparentemente disordinata, rumorosa, vitale quotidianità indiana. Tutto mi appare come un enorme palco dove si inscenano gli atti di un’esistenza simile alla mia, ma molto differente nella sua modalità espressiva. [...] Fotografo, emozionato, queste persone perché mi attraggono le architetture e i paesaggi umani più che l’ambiente circostante, che comunque, inevitabilmente, interagisce e condiziona i miei soggetti, e in loro cerco la scintilla divina, il mio specchio per riflettere la mia stessa essenza spirituale. La prima legge della spiritualità indiana recita: “La persona che arriva è la persona giusta”: ciò che sento è che ognuna delle persone che ho ritratto, hanno stretto un legame metafisico, ancestrale con me, che va al di là dei loro sguardi e delle loro semplici macro-storie; il mio incontro con ognuno di loro, circoscritto nell’attimo di un fotogramma, sollecitando la mia sfera emotiva, mi apre all’universo indiano».