Chi si candida al ruolo di sindaco se eletto dovrà pubblicare la sua dichiarazione dei redditi, perché per trasparenza non farlo in campagna elettorale?

Ad ogni elezione i cittadini stipulano un contratto di cinque anni con il futuro Sindaco ma lo conoscono fino in fondo?

Nella foto da in alto a sinistra: Moretti, Malinverno, Rosso e Parisotto

Nella foto da in alto a sinistra: Moretti, Malinverno, Rosso e Parisotto

Trasparenza? Cominciamo subito

La politica non dovrebbe essere un lavoro, chi si candida a guidare una comunità come quella di Peschiera Borromeo deve farlo per spirito di servizio, per amore della sua città (pro tempore), per cinque o dieci anni al massimo per poi tornare al proprio lavoro. La sindaca di Peschiera Caterina Molinari dopo cinque anni in cui ha svolto il suo mandato tornerà a svolgere la sua professione in seno ad una grande azienda senza neanche passare dalle elezioni. Nel 2014 è toccato all’ex sindaco del cdx Antonio Falletta, che non avendo trovato riconferma del secondo mandato, è tornato a fare il suo lavoro come commerciale di un’ azienda informatica. Gli adempimenti connessi all’applicazione della legge n. 3 del 9 gennaio 2019 “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”, impongono ai candidati sindaco e ai candidati consigliere di pubblicare il proprio curriculum, ma soprattutto il certificato penale sul sito web della lista che si presenta alla tornata elettorale e del Comune che va al voto. Per chi si è macchiato di alcuni reati in giudicato c’è anche l’incandidabilità (Legge Severino del 6 novembre 2012, n. 190). Un gran passo avanti rispetto al passato non c’è dire. Già il Decreto legislativo, n. 33 del 14 marzo 2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” aveva imposto agli eletti la pubblicazione sul sito di tutto quello che li riguarda relativamente alla situazione economica di ognuno. E allora sarebbe naturale e auspicato, che i candidati sindaco pubblicassero le proprie dichiarazioni dei redditi, almeno degli ultimi tre anni. In questo modo gli elettori prima del voto avrebbero evidenza di come i candidati si siano guadagnati da vivere negli ultimi anni. Così facendo gli elettori, si farebbero anche un’idea delle motivazioni che hanno portato i concorrenti alla carica di sindaco a presentarsi come candidati. Mi auguro che i candidati sindaco accolgano questo appello e pubblichino sul proprio profilo la dichiarazione dei redditi almeno degli ultimi tre anni. Da più parti ci sono richiami alla trasparenza, cominciamo subito.
Giulio Carnevale