La resa dell’Italia nel mercato dei microchip e dei semiconduttori, un'occasione persa; il Governo ha le competenze specifiche?

Produzione di componenti elettronici microscopici in Europa, gli investitori internazionali hanno preferito investire in Germania e Polonia piuttosto che nel nostro paese per una maggiore stabilità fiscale e una tassazione più favorevole

Foto di Steven da Pixabay

L'opinione di Mario Orfei

Abbiamo tutti assistito alle conseguenze inaspettate della  carenza di microchip, nel periodo Covid e post Covid. Molti settori,  a partire da quello dell’automotive, ma non solo, hanno subito enormi ritardi nelle consegne dei  prodotti finiti, a causa del mancato reperimento dei microscopici,  e tutto sommato economici componenti, senza i quali però la filiera ha subito un tracollo totale. Questo default, ha innescato in Europa un processo atto ad aumentare in maniera massiva la produzione interna,  al fine di  accorciare le catene di approvvigionamento ed evitare crisi di forniture, come invece purtroppo accaduto. 

L'Italia era in pole position per alcuni importanti progetti, la INTEL da un lato, e la TSMC dall'altro, già dal 2022 avevano manifestato grande interesse a investire  nel nostro paese, sia per la posizione strategica  al centro del continente Europeo,sia per la rete delle infrastrutture e delle maestranze locali.

Ma purtroppo, è  notizia di questi giorni, che la Germania ha vinto su tutti i campi, mettendoci come si suol dire all'angolo. Il governo tedesco, infatti, ha messo in campo tutto il proprio peso politico ed economico, e l'Italia resta ora a mani vuote.

L'accordo con il colosso americano dei semiconduttori Intel, vedrà addirittura raddoppiare i propri investimenti in terra tedesca, per circa 30 miliardi,  a tutto vantaggio di occupazione e crescita.

L’Italia invece ha visto svanire anche  l'ultima opportunità  per l’annunciato secondo investimento minore  da 4,5 miliardi, per cui è stata preferita la Polonia.

Ma non solo Intel ha rinunciato a investire nel bel paese, infatti anche TSMC, altro colosso Taiwanese nel campo dei microchip, dopo aver avviato trattative con il governo Italiano per la produzione di semiconduttori, nell'ambito di un investimento di circa  11 miliardi, ha dato forfait e dirottato anche lei sulla Germania.

Non da ultimo, la Infineon, ha inaugurato in queste settimane una nuova fabbrica di semiconduttori a Desda, in Sassonia, una nota zona industriale che ospita anche altre importanti realtà, come la Bosch.

Ora, qualche domanda, il nostro governo se la dovrebbe anche porre:  come mai questo cambio di rotta da parte degli investitori stranieri?

Quali sono i motivi dietro questa decisione da parte degli investitori?

La scelta di investire prevalentemente in Germania, da parte dei colossi dei microchip, può essere attribuita a diversi fattori, e non ostante il costo del lavoro sia più alto del nostro, sicuramente la stabilità e il "marketing territoriale" operato dai tedeschi, è stato più funzionale del nostro. 

Ma la ragione principale, sicuramente risiede nella stabilità fiscale del paese ospitante, che è il fattore cruciale per attirare investimenti stranieri. Non bastano gli incentivi fiscali che sicuramente tutti avranno offerto, non bastano le infrastrutture avanzate o l'ambiente favorevole; servono certezze, in particolare in tema fiscale e di tassazione, cosa che il nostro paese, certamente non offre, anzi al contrario, alcune mosse a sorpresa delle ultime settimane potrebbero aver contribuito a generare ulteriori incertezze per le aziende straniere  e influenzato negativamente la percezione dell'Italia come destinazione affidabile per gli investimenti stranieri.  Certamente, questa mancata occasione ci deve far riflettere; saremo anche il bel paese, ma per vincere un Gran Premio, non basta avere la macchina più bella.

Le strategie a lungo termine in campo economico, richiedono competenze specifiche e non solo. Il mostrare solo i muscoli e una bella livrea, non bastano a portare a casa il risultato. Le grandi  occasioni perdute dal nostro Paese oggi, a favore della Germania, scontenteranno molti Italiani attenti alla politica economica  internazionale, e a cui non bastano parole da imbonitore. Vero è che le cause potrebbero essere molteplici e attribuibili a una combinazione di fattori, ma  di sicuro la stabilità fiscale gioca un ruolo fondamentale.

Per attirare investimenti di qualsiasi tipo, l'Italia dovrebbe adottare strategie coerenti e prevedibili, promuovendo un ambiente favorevole agli affari su più fronti, investendo risorse che genererebbero benessere per tutta la Nazione e garantire una tassazione equa, corretta ma soprattutto stabile.
Mario Orfei

Mario Orfei

Mario Orfei

Chi è Mario Orfei

Mario Orfei è Presidente del Consiglio di Amministrazione di MATEC GROUP, società che annovera 160 dipendenti, leader nella produzione di tubi flessibili per l’Industria Chimica e Petrolchimica, con sede a Peschiera Borromeo (MI), stabilimenti produttivi a Rovigo, Varese, Catania e Bari; filiali a Dubai, Singapore, Barcellona e Nizza. Ha viaggiato ed operato in tutto il mondo, acquisendo una approfondita conoscenza delle realtà e dei mercati dei Paesi Europei, degli Stati Uniti, del Mondo Arabo e del Sud-Est Asiatico. A suo nome, sono depositati molti brevetti Europei e brevetti per modello di utilità Italiani presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ha introdotto innovazioni e perfezionamenti nei processi tecnici e produttivi e contribuito con le sue iniziative imprenditoriali all’ampliamento della produzione nazionale e del Made in Italy, e alla conclusione di accordi di rilevante interesse per l’economia. Premiato nel 2022 dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo per aver introdotto innovazioni e perfezionamenti nei processi produttivi; per le scoperte o le invenzioni industriali di grande importanza pratica; per la creazione e l'organizzazione di importanti complessi industriali; per l’incremento delle relazioni commerciali, alla creazione e allo sviluppo di organismi atti a favorire gli scambi, alla conclusione di contratti ed accordi aventi duraturi effetti di rilevante interesse per l'economia nazionale. Fondatore e Presidente di AISEM – Associazione Imprenditori Sud Est Milano, realtà che si prefigge lo scopo di essere l’anello di congiunzione tra le aziende del territorio e le istituzioni, e che annovera tra le iscritte un centinaio di PMI del Sud Est Milanese. Membro del Consiglio di PMI Lombardia, dal 2010 al 2014. Membro della Camera di Commercio Italo-Iraniana, si è occupato delle facilitazioni per lo scambio commerciale tra i paesi membri, con particolare riguardo al settore dell’Oil & Gas.