Fridays For Future, Greta Thunberg e l’ipocrisia nostrana. Coerenza: la parola d’ordine, che spesso sfugge ai manifestanti

Venerdì 27 settembre nuovo sciopero generale a Milano e in molte città del mondo: la piazza è sacra se pacifica e civile, ma guai a strumentalizzare.

Fridays For Future

Dal palazzo di vetro dell’Onu, sito nella Grande Mela (alias New York), la sedicenne Greta Thunberg ha lanciato la terza tappa dei Fridays For Future, i global strikes studenteschi nati per protestare contro il deterioramento del nostro pianeta, a cui si sono presto aggiunte molte altre categorie, lavoratori urbani in primis. Ispirati dalla giovane ambientalista svedese, a partire dal novembre 2018 con culmine nelle giornate del 15 marzo e del 24 maggio 2019, milioni di persone si sono mobilitate e sono scese nelle piazze di tutto il mondo (o quasi) esprimendo il proprio dissenso verso le politiche (non tanto) ambientali scellerate attuate dai potenti della terra e da coloro che, in virtù dei propri sterminati potentati economici contribuiscono in modo poderoso al deterioramento della Terra. I “capi d’accusa” contestati sono all’incirca sempre i soliti: surriscaldamento globale, innalzamento dei bacini idrografici conseguente allo scioglimento di ghiacciai e nevai, crescenti catastrofi naturali in genere.
Tutti motivi di seria e cocente preoccupazione, che hanno spinto molti capi di stato e personaggi influenti a schierarsi a favore di un nuovo modello economico-produttivo, che vada sempre più nella direzione del green e del plastic free
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Milano, venerdì 27 settembre: "Sciopero generale"

I segnali di allarme che il Pianeta Blu ci sta recentemente lanciando non devono assolutamente essere trascurati ed ecco che dunque molti lavoratori hanno deciso di unirsi alla protesta dell’attivista scandinava, incrociando le braccia sul posto di lavoro o, nella maggior parte dei casi, scendendo in piazza per manifestare fianco a fianco con giovani e studenti. Cosa che si ripeterà, con ogni probabilità, nella giornata di venerdì 27 settembre, durante la quale la circolazione delle grandi città, Milano in testa, finirà in tilt.
Quanto messo in campo dai manifestanti di tutto il mondo negli ultimi dieci mesi ha d’altronde dell’eclatante, se si considerano le dimensioni imponenti che la protesta è riuscita a raggiungere; piccolo dettaglio: risultati sul piano concreto, ovvero miglioramenti nel trattamento riservato al nostro pianeta, finora scarsi o nulli. Questo riscontro negativo potrebbe essere per gli attivisti motivo di scoramento, Greta per prima. Ma nient’affatto; la brillante e tenace svedese non sembra volerne sapere di rinunciare e, negli ultimi mesi, ha addirittura intensificato il grado delle poteste, prendendosi un anno sabbatico dalla scuola per recarsi oltre oceano, destinazione States, per esportare il verbo ecologista negli ambienti che contano. Complimenti a lei per la tenacia, ma speriamo che a pilotarla non sia qualcuno che, dietro le quinte, tira i fili (le trecce) dell'ambientalista per raggiungere fini diversi da quelli prefissati.
Al di là del giudizio che si possa dare su Greta e su tutto il mondo che la circonda, che a chi scrive non suscita particolare simpatia (questione di gusti personali), sarebbe da sciocchi restare indifferenti alla reale necessità di una inversione di rotta del nostro modello economico; ecco dunque che le manifestazioni di piazza sono sacrosante, purché pacifiche e civili, in quanto unico modo per “il popolo” di far sentire la propria flebile voce: speriamo che qualcuno la ascolti!

È una pacifica protesta, lasciamo da parte odi e rancori

Un consiglio spassionato rivolto a chi venerdì sarà in piazza è il seguente: dal momento che, chiunque voi siate, studenti, lavoratori, giovani o pensionati, state facendo la cosa giusta e state sacrificando del tempo prezioso, che è vostro, a una causa nobile, ecco almeno che questo tempo non sia sprecato. Evitiamo dunque di confondere una pacifica protesta per il clima con una manifestazione "contro", peggio, di scambiarla con una passeggiata di salute utile solamente per saltare una giornata di scuola. Sarebbe cosa gradita, oltre che sintomo di coerenza, che le magliette di Che Guevara restassero a casa, riposte negli armadi, così come eventuali manganelli; evitiamo inoltre di intonare canti di parte, come Bandiera rossa o Bella ciao, causa solo di spiacevoli incomprensioni in un contesto che non ne prevedere la presenza, per non parlare di slogan sguaiati contro questo o quel politico di turno. Lasciamo da parte odi e rancori fuori luogo e facciamo sentire la nostra voce su ciò che conta davvero.

Avvertenze

Trattandosi di una manifestazione il cui fine è quello di sensibilizzare il mondo su temi quali ecologia e ambientalismo, sarebbe gradito che, a fine giornata, le strade non fossero lasciate in condizioni simili a quelle di una discarica a cielo aperto, colme di bottigliette (magari di plastica!), mozziconi di sigarette e ogni altro genere di porcherie.
Emanuele Grassini
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