Nebbia assassina: il fumo di Londra

La nebbia, se mischiata ad altre sostanze, può anche diventare un pericolosissimo veleno: le sue goccioline favoriscono difatti la trasformazione degli ossidi di zolfo e di azoto in acido solforico e acido nitrico, rendendo ancora più nociva l’aria inquinata.

Al riguardo  è tristemente celebre la “Grande Nebbia” che dal 5 al 9 dicembre del 1952, in un periodo caratterizzato dall’intenso consumo di carbone, avvolse la città di Londra: densa e giallastra, a causa delle particelle di fumo che erano rimaste inglobate nelle goccioline di nebbia, invase la Capitale inglese, provocando un aumento della mortalità che costò la vita a circa 12.000 persone, in gran parte individui afflitti da patologie alle vie respiratorie. Per 114 ore consecutive la visibilità nel centro di Londra rimase inferiore a 500 metri e, in alcune zone della città, la nebbia si presentò così fitta che addirittura i pedoni, nel loro stesso quartiere, ebbero serie difficoltà a ritrovare la strada di casa. Proprio in tale occasione, per la prima volta, venne usato il termine smog, nato dall’unione dei vocaboli inglesi smoke e fog, ovvero fumo e nebbia.