Mediglia, coronavirus, Residenza Borromea: «Avrebbero dovuto essere più sicure, invece è stata una strage»

La storia di nonna Elsa, positiva al tampone e curata con ossigenoterapia presso la RSA, deceduta il 15 marzo 2020: «Perché ad alcuni è stato permesso di visitare i parenti dopo il 22?»

Foto di archivio

Mia nonna Elsa è deceduta il 15 marzo, l'ultima volta che la vidi fu il 22 di febbraio. Quando ho chiamato in seguito alle prime notizie del coronavirus mi hanno detto che la Residenza era chiusa. Nei primi di marzo sono riuscita a farmela passare al telefono e sembrava stesse bene. Nel giro di pochi giorni le condizioni sono peggiorate, mi hanno da subito detto che le era stato fatto il tampone ed era risultata positiva. Ha iniziato con l'ossigenoterapia fino a quando chiamai il giorno 15 per scoprire che era deceduta. La cosa che non comprendo così, come ho sentito da molti parenti, è perché dopo che fu vietata l'entrata per le visite, delle persone con dei permessi sono riusciti comunque ad entrare. Quando poi ho chiesto come comportarmi mi è stato detto dopo un po’«..non lo so...devo sentire il responsabile». Alla fine mi dissero che potevo andarla a vedere; suonando al cancello mi avrebbero aperto e accompagnata nella camera mortuaria dove, a detta della persona con la quale ho parlato, c’erano insieme alla mia nonna altre bare tutte aperte. Chiesi loro se fosse sicuro andare..mi dissero di si basta che non toccassi nulla. Secondo me era una cosa da pazzi dato l'emergenza in ballo.Alla fine ho scelto di non andare per la mia sicurezza e quella dei miei. Mi ha colpito la loro superficialità, e l’incompetenza in una situazione critica come questa. Non disdegno il lavoro svolto dagli operatori quando mia nonna era ancora in vita, ma quello che è successo dopo, almeno per me ha azzerato tutto quello fatto da loro in questi anni. Spero e presto, che alla fine di questa emergenza, la cosa non venga dimenticata e che si faccia chiarezza. Li avrebbero dovuto essere più sicure, invece è stata una strage. Mia nonna Elsa, in altri frangenti sarebbe potuta essere ancora con noi.
Katia Curti