Parco sud, commissione audizioni su perimetri parco naturale, Lucente (FdI): «sono un danno per gli agricoltori, se ne discuta in consiglio»

«Già adesso i coltivatori operano con molte restrizioni, se venisse realizzato il Parco naturale aumenterebbero ancora di più»

Franco Lucente

Franco Lucente

Il delicato equilibrio tra la salvaguardia delle aree naturali e le esigenze delle attività produttive il 12 febbraio è stato al centro delle audizioni che si sono svolte in Commissione Agricoltura, che ha recepito e ascoltato le preoccupazioni del Comune di Lacchiarella (MI) e delle associazioni agricole di categoria in merito all’istituzione di un Parco naturale all’interno del Parco Agricolo sud Milano. Perplessità sono state espresse a nome dei territori da parte del Sindaco di Lacchiarella, Antonella Violi e dai rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, erano presenti Confagricoltura Milano, Coldiretti Milano e Copagri Lombardia: la prossima istituzione del Parco naturale nel territorio del Parco Agricolo sud, porterà infatti a un aumento delle aree soggette a vincoli, da 5 mila e 9 mila ettari, limitando la superficie agricola utilizzabile. Della vicenda si è occupato in Commissione il Consigliere Franco Lucente (FDI), il quale si è impegnato ad analizzare la proposta di istituzione del Parco naturale avanzata dalla Città metropolitana di Milano: «La formazione di perimetri a Parco naturale nel territorio del Parco Agricolo Sud Milano - dichiara Franco Lucente, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia - è una forzatura, principalmente voluta da chi non conosce il territorio. Ne ho parlato oggi in VIII commissione agricoltura, dove si è tenuta l’audizione  del sindaco di Lacchiarella Antonella Violi e delle organizzazioni professionali agricole. Anche io sono stato, per quasi 10 anni, un sindaco all’interno del Parco Agricolo Sud Milano e condivido le preoccupazioni di Coldiretti, quando dice di essere contraria alle nuove aree naturali senza garanzie per la  salvaguardia dell’attività delle nostre imprese e per il controllo delle specie animali che rappresentano un rischio per tutti. Già adesso i coltivatori operano con molte restrizioni, se venisse realizzato il Parco naturale aumenterebbero ancora di più. E nulla c’entra il consumo di suolo, che già Regione Lombardia sta vietando con normative specifiche. Noi parliamo invece di tutelare l’agricoltura, fiore all’occhiello del sud est milanese e parte integrante di tanti comuni (Mediglia, per fare un esempio, ha campi coltivati nell’85% del suo territorio). A questo si aggiunge il problema degli animali selvatici e nocivi, come i cinghiali, di cui mi sono già occupato settimana scorsa con una mozione in Consiglio e che aumenterebbero nel caso si procedesse con i perimetri a Parco naturale. Il tracciato di queste aree è stato fatto da tecnici e addetti ai lavori e troppe poche sono state le consultazioni di chi quel territorio lo vive quotidianamente. Non penso ci siano associazioni e sindaci favorevoli al progetto così com’è. Per questo non mi fermerò qui: dobbiamo discutere non solo in commissione ma anche in Consiglio regionale e dobbiamo – conclude l’ex sindaco di Tribiano-  farci sentire da Città metropolitana»
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